18 Aprile: abbiamo occupato la Basilica Palladiana.

Oggi è il 20, il presidio viene da due giorni di occupazione del monumento simbolo della città.

Sicuramente di questa azione i vicentini ne avranno letto o sentito parlare; dal blog vogliamo quindi far capire i perchè di questa scelta. Perchè 20 cittadini, di un'età compresa tra i 18 e  i 50 anni, supportati da almeno trecento esterni, hanno "liberato" il monumento che fa di Vicenza città UNESCO, proclamando la nascita dell"altro comune".

 Innanzitutto, ribadiamo che le motivazioni principali che portiamo avanti sono la difesa del territorio e la pace, intesa anche come non complicità, economica e logisitica, alla guerra. La base Usa non ci va bene nè a Vicenza nè altrove.

Dopo la manifestazione del 17 febbraio, sembra che l'attenzione pubblica si sia spostata su altri temi, complice anche il sistema della politica e il velo di silenzio che è stato fatto calare sulla questione Dal Molin.

Noi vicentini siamo però ancora qui, e ancora agguerriti. Stiamo portando avanti la battaglia su più fronti, consci del fatto che a breve Prodi firmerà la cessione dell'area al governo americano.

Per questo siamo passati all'attacco, prima con l'azione di sabotaggio dei cavi di via S. antonino; poi con l'occpuazione della basilica Palladiana; il comitato di Vicenza est si dà appuntamento fisso, da due settimane a questa parte, fuori dalla caserma ederle, alla mattina, durante gli allenamenti dei soldati, per chiedere la fine di ogni guerra.

Per questo ci siamo riappropriati di un monumento pubblico, bloccando il cantiere e tenendolo fino al giorno dopo (per chi si preoccupa dei lavoratori: sono stati regolarmente pagati, ci siamo informati; cominciate invece a preoccuparvi dei lavoratori della Ederle a cui a breve arriveranno riduzioni di orario, dato che i soldati partono per l la guerra…).

Sono stati due giorni tesi, ma anche molto belli; per una volta la piazza ha vissuto nuovamente, anche di sera, dato che il centro storico è perennemente morto. Tra giocolieri e concerti improvvisati, gente che dormiva sulle scale della basilica, gli occupanti sono rimasti ad aspettare l'eventuale sgombero o l'uscita, il giovedì, dopo il corteo.

Lo sgombero non è arrivato, nonostante sindaco e vicesindaco abbiano fatto il diavolo a quattro, parlando di terrorismo e riempiendosi la bocca della parola legalità.

Lo chiedano ai lavoratori delle Aim, altro tema scottante di questi giorni, che cos'è la legalità…

Però ci sarebbe piaciuto vedere il sindaco con la bava alla bocca, che chiede rinforzi al ministero degli interni e ci paragona ai serenissimi.

Beh, tanto meglio. Chissà che a Roma ricomincino a pensare a Vicenza e all'enorme sbaglio che hanno commesso…

Dall'occupazione della basilica abbiamo poi, durante la manifestazione di ieri, proclamato "l'altro comune". E' la risposta all'attacco che viene fatto al presidio permanente, dove si pretenderebbe di fare una valutazione di impatto ambientale, la stessa che il signor Pecoraro Scanio non è ancora riuscito a imporre per il Dal Molin.  

 L'altro comune è dove la partecipazione e le decisiono spettano alla popolazione; e non come ieri, in Sala Bernarda, dove un banchetto esterno di vigili controllava i documenti a chi voleva entrare. Scandaloso…

inizialmente pensavamo fosse un banchetto per vendere le felpe di fForza Italia che tanto piacciono al sindaco; dato che le casse comunali piangono….

Invece no! Erano proprio per il controllo dei documenti.

L'occupazione si è conclusa in bellezza con l'uscita degli occupanti attraverso il bandierone della pace del comitato di Polegge; in sottofondo la canzone "Maracaibo" , e una sensazione di festa incredibile.

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