e adesso anche un po’ di relax

dopo le fatiche per i lavori del nuovo presidio e per la tre giorni, arriva il tanto sospirato momento di rilassarsi un po’ e stare un po’ assieme per divertirsi. Per questa ultima parte dell’anno sono state organizzate un po’ di iniziative al presidio. Si parte domani giovedì 20 con il concerto degli Spiriti Roots, gruppo reggae vicentino. Poi grande appuntamento per tutti la sera della vigilia di Natale con la super tombola. Il giorno di S.Stefano invece è previsto la "cena degli avanzi". Ognuno è caldamente invitato a portare gli avanzi del cenone o del pranzo di Natale e mangiare tutti assieme. E poi per chiudere in bellezza questo lungo anno di mobilitazione lunedì 31 cenone di fine anno con musica. Per l’ultimo dell’anno è importante prenotarsi…

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Anche la Regione dà l’ok alla base

«Le opere da realizzare non manifestano effetti significativamente
negativi»; anche la Giunta Regionale del Veneto, dunque, ammette che la
nuova base Usa avrà effetti negativi sul territorio e sulle limitrofe
aree protette, anche se per minimizzare li definisce “non
significativi”.

Non ci vuole un esperto di idrogeologia, del resto, per capire che la
cementificazione del Dal Molin devasterà la falda acquifera sottostante
– la più grande del nord Italia – e metterà a rischio l’equilibrio del
vicino fiume Bacchiglione e del bosco di Dueville (area protetta).
Sanno tutti che un terreno permeabile farà filtrare nella falda
sottostante inquinanti e sostanze nocive che la nuova base produrrà a
dismisura.

Fino al 1992 presso Site Pluto erano custodite testate nucleari;
nessuno lo sapeva, e gli statunitensi lo hanno ammesso solo quest’anno.
Chi può escludere che al Dal Molin possa avvenire altrettanto, con lo
stoccaggio di armamenti e materiali pericolosi e inquinanti
all’insaputa della cittadinanza?

La nuova base Usa comprometterà la falda acquifera e creerà problemi di
approvvigionamento idrico alle province di Vicenza e Padova; l’acqua
verrà inquinata e diverrà una risorsa sempre più scarsa. La Giunta
regionale, con la sua grottesca valutazione d’incidenza dell’opera
militare, non può nascondere ciò che è evidente a chiunque: la nuova
base Usa sarà devastante per il territorio vicentino ed avrà ricadute
negative che l’intero Veneto pagherà.

Presidio Permanente, Vicenza, 18 dicembre 2007

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ci scusiamo per la pausa…

ci scusiamo con tutti i lettori di questo blog, se non è stato aggiornato la settimana scorsa e soprattutto durante la 3 giorni europea, ma veramente non c’è mai stato un attimo di respiro. I preparativi della tre giorni c’hanno fatto lavorare continuamente al presidio per rinnovarlo. Chi infatti è passato si sarà sicuramente accorto che il presidio che vedete nella foto in alto al blog non c’è più, ma si è nettamente ingrandito. Al vecchio tendone abbiamo sostituito i teli e gli abbiamo aggiunto due moduli in più, quindi ora è molto più grande, compresa la pavimentazione nuova. In più c’è il secondo tendone. Durante la tre giorni il vecchio tendone è stato usato per i dibattiti, mentre il secondo come luogo ristoro e banchetti. Quindi prima di tutto bisogna ringraziare tutte le persone che per due settimane hanno continuato a lavorare mattina, pomeriggio e sera ogni giorno per trasformare il presidio. Ricordo poi che abbiamo pure la caldaia con i tubi che sparano caldo dentro i tendoni, che tradotto vuol dire tendoni riscaldati. Venerdì sera il nuovo presidio si è riempito per il primo dibattito sulla presenza delle basi militari in Europa con delegazioni da tutta Europa. Sabato è stato il giorno del corteo. C’è stata una grandissima risposta, nonostante il silenzio mediatico caduto su Vicenza in questi giorni. Oltre 50000 persone hanno sfilato per Vicenza. Il dato rilevante è che alta è stata la componente vicentina. Lo spezzone d’apertura dietro lo striscione con le parole d’ordine "No Dal Molin" e basta ha fatto sì che moltissime persone si sciogliessero nello spezzone d’apertura e quindi c’era un’enorme testa di oltre 30000 persone. Non avevamo un corteo fatto di spezzoni identitari e rimarcati, ma 30000 persone sotto il logo No Dal Molin. Questo è il primo dato importante e fondamentale della giornata. Quindi una città che risponde ancora, che dimostra che è contraria alla base, insomma una città che condivide il nostro percorso e le nostre scelte nella lotta contro il Dal Molin. Il resto della manifestazione era caraterizzato invece dai vari spezzoni identitari delle numerose realtà italiane presenti. Un corteo che ha espresso una forte radicalità nei contenuti, attaccando sia Prodi, ma anche la nuova first lady di Bush, ossia Napolitano. Un corteo che non aveva nessunissimo bisogno di "svolte radicali", non a caso nessuno ha seguito quei pochi che pensavano che il corteo passasse per la Gendarmeria Europea. Un corteo senza leader politici a fare da prime donne, ma dove i protagonisti erano la gente comune. Un corteo che mediaticamente a livello nazionale è stato oscurato ed a livello locale invece ha subito una campagna mediatica per qualche scritta col pennarello sul teatro, peraltro cancellate da noi il giorno seguente. Una giornata importante che ha dimostrato che la vicenda dal molin non è chiusa e che si è conclusa con un happening al presidio col il concerto dell’Osteria Popolare Berica. Il giorno dopo, la domenica, il presidio è stato ulteriormente attraversato durante i vari workshop di discussione organizzati. Un cenno va fatto anche a chi ha liberato durante quei giorni una ex-caserma militare in centro città per farne un ostello.  In questo modo è stato possibile ospitare oltre 200 persone provenienti da tutta Europa e si è dimostrato come uno spazio militare convertito ad uso civile sia molto più utile.

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Moratoria subito!!!

Eravamo tanti ieri a Roma alla convention della Cosa rossa. 4 pullman
partono nella notte alla volta di Roma dal casello di Vicenza Est.
Verso le 9.30 siamo tutti davanti all’entrata della fiera con le
bandiere No Dal Molin e le pentole. Ci disponiamo ai due lati della
scalinata per essere ben visibili ed "accogliere" con volantini della
manifestazione del 15 tutte le persone che arrivano alla fiera. In
queste due ore vanno via parecchi volantini e le persone sono
"costrette" a passare sotto la bandiera No Da Molin. Sul corridoio che
dalla scalinata porta al padiglione della convention alcune persone
formano uno striscione umano con scritto "moratoria subito!". Questo è
il senso della nostra visita a Roma, che non aveva il senso di essere
una passerella a chiedere l’elemosina, ma andare giù determinati a
spiegare alla componente "istituzionale" che dovrebbe esserci più amica
che è finito il tempo delle parole e delle promesse. Ora vogliamo i
fatti e chiarezza. Questi famosi parlamentari ci devono dire
chiaramente se sono veramente contro il Dal Molin e sono disposti a
mettere pure in crisi il governo oppure se si riempono la bocca di
pace, democrazia e partecipazione e poi obbediscono ai diktat
governativi. Noi abbiamo detto che bloccavamo i lavori e l’abbiamo
fatto attraverso i blocchi, passando le notti al freddo e mettendoci in
gioco in prima persona, è quindi è ora che i parlamentari mantengano
quello che hanno promesso: presentare la moratoria subito senza tante
raccolte firme e cose simili. Questo è lo spirito con cui siamo entrati
in massa dentro al padiglione della fiera. Un grande serpentone
rumuroso e ricco di bandiere. Al grido "vergogna", "no dal Molin"
"moratoria subito" abbiamo puntato dritti al palco e là siamo arrivati.
In poche parole abbiamo interrotto il rigido e monotono programma della
convention e ci siamo presi il diritto di intervenire non in maniera
compatibile e soft, ma, a costo di essere impopolari, di porre con
chiarezza ed onestà delle questioni ed avvisare questi parlamentari che
non basta portare una spilletta con i colori della pace per essere
contro la guerra, che ci vogliono fatti concreti, altrimenti anche loro
che sono al governo diventano complici della costruzione della base
militare americana. Ci siamo stancati dello spauracchio o del fantasma
di Berlusconi, perchè con questo stratagemma fanno passare di tutto,
vedi l’aumento delle spese militari. E’ stato emozionante vedere tutti
noi sul palco e una volta tanto invece dei funzionari e dei
professionisti della politica c’era la gente che lotta veramente nel
quotidiano. Peccato che un po’ di noi sono dovuti scendere altrimenti
"crollava il palco". I burocrati di partito avevano le facce un po’
imbarazzate, ma dalla platea arrivavano molti applausi. Finito
l’intervento di Cinzia, siamo usciti dal padiglione in corteo e dopo un
po’ siamo ripartiti coi pullman. Vergognosa poi è stata la copertura
mediatica del Corriere della Sera e di Repubblica che non hanno
pubblicato nemmeno una parola sulla nostra iniziativa. 300 persone che
irrompono durante una convention costituente di una nuova forza
politica al governo con spirito critico, ma allo stesso tempo di
apertura verso la base militante, non si vedono tutti i giorni. Questo
silenzio è un segnale evidente che l’argomento Dal Molin deve essere
nascosto, non deve emergere, che solo nominarlo crea problemi di
gestione all’interno del governo. Segnale evidente che questa vicenda
crea una grossa contraddizione e tensione dentro il Governo. Vedremo se
a Gennaio la questione Dal Molin rientrerà nella verifica di governo,
come annunciato da Rifondazione. Mentre questi stanno chiusi nelle
stanze dei palazzi lontani dalla realtà sociale, noi intanto stiamo
organizzando la tre giorni europea in vista della manifestazione di
sabato. Stiamo ultimando i lavori del nuovo presidio, se volete dare
una mano, qualcosa da fare c’è sempre…

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il 9 tutti a Roma per la moratoria subito!

“I sottoscritti chiedono che: si attui
una Moratoria in merito all’inizio dei lavori per la costruzione di una
nuova base militare americana nel sito "Dal Molin" di Vicenza, alla
luce dalla discussione di merito della sopraindicata conferenza e in
attesa dell’attivazione delle procedure relative alla V.I.A., come
richiesto dal Ministro dell’Ambiente.”
28 giugno 2007
seguono 170 firme di Parlamentari di Sd, Verdi, PdCI, PRC

Da oltre un anno e mezzo migliaia di donne e uomini di
Vicenza dedicano la propria quotidianità a contrastare la realizzazione
di una nuova base Usa a Vicenza; fanno riunioni, assemblee,
manifestazioni, azioni; rischiano, in alcuni casi, denunce, o, come è
accaduto durante i blocchi, di farsi male.
Sono stati mesi
entusiasmanti, ma anche carichi di delusioni. Le bugie del Governo,
innanzitutto, che dopo aver più volte ribadito di voler ascoltare la
comunità locale ha voltato le spalle a Vicenza e si è sottomesso alle
richieste statunitensi. L’arroganza di Ministri e sottosegretari, il
silenzio della stampa nazionale, la fuga delle grandi organizzazioni.
E, da ultimo, il comportamento di quei Parlamentari che, dopo il si del
Governo, avevano dichiarato di non volersi arrendere e di restare al
fianco della comunità vicentina: ci avevano promesso di voler
costringere il governo ad attuare la moratoria sui lavori di
costruzione della nuova base, in attesa dello svolgimento della Seconda
Conferenza sulle servitù militari.
Adesso il tempo delle promesse è
finito. O i parlamentari dei partiti della sinistra radicale e i loro
membri del governo pongono la discriminante a Prodi sul No al dal Molin
e sulla moratoria, e lo fanno entro la grande manifestazione del 15
dicembre, oppure significa chiaramente che, per stare aggrappati al
potere, sono disposti a cedere anche su questo.
L’8 e il 9 dicembre
a Roma si terranno gli stati generali della “Cosa Rossa”, ovvero
dell’aggregazione dei partiti della sinistra di Governo; quei partiti
che, in questi mesi, hanno continuato a dirsi contrari al Dal Molin.
Noi saremo a Roma, il 9 dicembre, per pretendere che le promesse
vengano mantenute. Che il loro impegno contro la guerra e per la pace
diventi azione concreta .

In questi mesi, una moltitudine di
donne e uomini – tra cui gli stessi militanti dei partiti di governo –
ha più volte riempito le piazze d’Italia chiedendo rispetto degli
impegni presi e determinazione nel difendere i propri diritti.
Alex
Zanotelli scrive che “dobbiamo reagire, protestare ,urlare!”; Vicenza
non ha alcuna intenzione di farsi prendere in giro ancora una volta.
Noi saremo a Roma il 9 dicembre con le nostre bandiere e la nostra
determinazione. Non vogliamo rappresentare nient’altro che noi stessi,
guardiamo alle cose concrete e non alle diatribe ideologiche. Ma siamo
convinti che se tutti iniziamo a riprendere in mano il nostro destino,
questo mondo andrà meglio. Vogliamo impedire la militarizzazione della
nostra città per mettere un granello di sabbia nei meccanismi della
guerra; e pretendiamo altrettanto che chi ha detto di voler stare al
nostro fianco.

La moratoria deve essere attuata subito!

Se non vi sarà una presa di posizione chiara in questo
senso, invitiamo ministri e sottosegretari della “sinistra radicale”, a
non partecipare alla manifestazione a Vicenza.

Se non ora, quando? Vola solo chi osa farlo. (Luis Sepúlveda)

Presidio Permanente, Vicenza, 30 novembre 2007

in presidio potete prenotarvi per i pullman che saranno a un prezzo accettabile. la partenza sarà nella notte di sabato. 

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Quinto dice no al villaggio americano

Arriva il primo no “istituzionale” all’allargamento della presenza militare statunitense nel territorio vicentino. Il Consiglio comunale di Quinto Vicentino, infatti, ha respinto la richiesta di realizzazione del un villaggio residenziale per le famiglie dei soldati statunitensi nel proprio territorio.

A differenza della Giunta del capoluogo, l’amministrazione di Quinto Vicentino ha deciso di dar la precedenza alla tutela del territorio e all’ascolto della comunità locale. Un primo bastone tra le ruote dei progetti statunitensi è stato messo: e tanti altri ce ne saranno nel percorso che, secondo le intenzioni dei militari, dovrebbe portare alla militarizzazione del territorio vicentino. Un percorso che tanti cittadini continueranno ad ostacolare, per impedire che Vicenza diventi un avamposto di guerra.

Nel frattempo, continuano le iniziative di boicottaggio delle ditte coinvolte nella bonifica del Dal Molin: quest’oggi gli attivisti napoletani hanno messo in atto uno Spamming Day contro le ditte Strago di Pozzuoli e ABC di Firenze col chiaro intento di bloccarne le attività informatiche. E non è finita qui…

Presidio Permanente, Vicenza, 29 novembre 2007

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E il presidio si allargaaa!!!

L’avevamo promesso e alla fine il presidio raddoppia o se preferite si allarga e pure ad ovest. Mentre alla Ederle gli americani durante una conferenza stampa stavano confermando che accettavano l’opzione "ovest", noi eravamo già al lavoro per l’unico allargamento che possiamo accettare. Verso le 11 della mattina una squadra di egizi era già all’opera per scaricare il tir con i pezzi del nuovo tendone e soprattutto i circa 600 metri quadrati di pavimentazione in legno ovviamente tutto a mano altrimenti che egizi sarebbero!! Il tendone nel pomeriggio era stato montato con tanto di teli. Ora iniziano i lavori di sistemazione della pavimentazione e poi di allestimento e preparazione sia nell’immediato per la tre giorni europea e soprattutto per passare in maniera confortevole l’inverno. Non pensate che non ci sia bisogno di una mano, perchè da oggi inizia la fase dei lavori più lunga, quindi se siete disponibili tutti a dare una mano!!! Inoltre ricordiamo che continua la raccolta di sottoscrizioni libere per rendere possibile questo allargamento. Abbiamo deciso di premiare la fedeltà e la volontà con l’istituzione della "quota". Se versi minimo 50 euro ottieni una "quota" che ti darà diritto al 15% di sconto sul merchandising No Dal Molin.

La quota di versa sul C/C n.000000120140 presso la Banca Popolare Etica ABI 05018 CAB 11800 CIN B indicando nella causale "ANCH’IO VOGLIO IL PRESIDIO NUOVO" 

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Donne del presidio bloccano la sede dell’Abc a Firenze

Una trentina di donne del Presidio Permanente contro la costruzione
della nuova base Usa di Vicenza stanno presidiando i cancelli della
ditta ABC a Firenze impedendo agli impiegati l’ingresso negli uffici.
L’ABC è una delle due aziende coinvolte nella bonifica bellica
dell’aeroporto Dal Molin, funzionale alla costruzione della nuova
installazione militare statunitense.
Una decina di giorni fa centinaia di cittadini vicentini avevano bloccato gli ingressi
dell’aeroporto Dal Molin per impedire agli addetti alla bonifica di
accedere, causando la sospensione dei lavori per tre giorni. Oggi le
donne del Presidio attuano un nuovo blocco, questa volta alla sede
legale dell’ABC, per impedire ai dipendenti di entrare e lavorare.
Le donne sono partite nella notte da Vicenza per raggiungere Firenze in
prima mattinata; una volta giunte di fronte ai cancelli dell’ABC, hanno
appeso striscioni contro la bonifica e chiuso il cancello d’ingresso
della ditta con delle catene. Il presidio della sede dell’azienda
fiorentina che sta attuando la bonifica all’interno del Dal Molin
proseguirà per l’intera giornata per impedire agli impiegati l’ingresso
all’interno degli uffici, i quali non hanno potuto entrare nella
propria sede di lavoro.

C’è stato un incontro con il vicedirettore dell’Abc, il quale ha ribadito i soliti concetti del lavoro, che dà da mangiare a delle famiglie,etc… 

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Rainews24 su Sigonella

sul sito internet di rainews24 è possibile vedere una videoinchiesta sulla base di Sigonella in Sicilia. I giornalisti di rainews hanno scoperto che all’interno di questa base verrà installato un sistema radar integrato della marina americana, il MUOS. Per saperne di più e vedere il video cliccate a questo link:

http://www.rainews24.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/22112007_sigonella/default.asp 

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Parlamentari basta prendere in giro…

Dopo il Sì di prodi nel gennaio scorso si è formato un fronte di 170 parlamentari contro il Dal Molin pronti ad annunciare battaglia affinchè la base non venisse fatta. C’è chi è anche venuto al presidio annunciando di mettersi davanti alle ruspe. C’è chi è andato negli Stati Uniti per avere ulteriori informazioni e soprattutto c’è chi ha promesso di portare in Parlamento la richiesta di moratoria sui lavori in attesa che venisse organizzata la conferenza nazionale sulle servitù militari. Mercoledì una delegazione del presidio oltre ad altre anime del movimento vicentino contro il Dal Molin ha incontrato  un gruppo di parlamentari per discutere concretamente sulla moratoria. Peccato che nessuno di questi abbia intenzione di presentarla in parlamento, ossia l’unica cosa che dovrebbero fare da parlamentari. Cosa ci stanno a fare là se non portano avanti la nostra battaglia nella loro sede di competenza? Essere i primi firmatari di una raccolta firme nazionale sulla moratoria che dobbiamo organizzare noi è semplicemente una presa in giro. E’ troppo facile scaricare sui cittadini la paura e la totale assenza di coraggio di presentare in parlamento una richiesta di moratoria. Noi il nostro impegno per bloccare la base lo mettiamo quotidianamente, è ora che anche i parlamentari che si dicono contrari si diano fare, altrimenti le loro sono solo parole parole parole….

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