Disastro ambientale a causa dell’oleodotto

Ieri mattina alle 7 l’oleodotto militare che porta il carburante per aerei militari che da La Spezia va ad Aviano a Cavazzale a causa di una falla ha cominciato a perdere ettolitri di cherosene, che si sono propagati nell’ambiente circostante, contaminando l’Astichello e poi il Bacchiglione. Chi ieri pomeriggio passava dalle parti di Ponte Pusterla o Ponte degli Angeli poteva sentire un odore insopportabile di nafta. Di fronte a un disastro ambientale di tali porzioni ti aspetteresti che la popolazione venga immediatamente avvisata, che le squadre di pronto intervento siano reattive ed efficaci. Invece nulla di tutto questo. Sono stati i cittadini di Cavazzale ad allertare i vigili del fuoco e solo dopo l’intervento anche del sindaco di Monticello Conte Otto si sono accorti che c’era una perdita di cherosene. Intanto questo liquido altamente inquinante si riversava a fiumi nel Bacchiglione. La vergogna è stata che solo alle 19, cioè 12 ore dopo l’accaduto, la notizia è trapelata dalla stampa. I giornali di oggi hanno avuto un profilo basso e solamente oggi ad esempio le tv locali si stanno occupando della vicenda. Un danno ambientale ed economico enorme, pensate a quanto costerà la bonifica. Non serve fare tanti ragionamenti e giri di parole, questa è la dimostrazione di cosa vuol dire la presenza militare in una città. Ora ci troviamo con un fiume inquinato, senza dimenticare che a Cavazzale e zona di falda acquifera, ma sarebbero questi i benefici e i zero rischi per l’ambiente di cui parlava Costa? E’ possibile poi lasciare all’oscuro un’intera città per oltre 12 ore di fronte a questa vergogna? Sarebbe questo il modo trasparente di gestire tutto quello che riguarda la base militare?

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alle amministrative

Rompere i meccanismi della
rappresentanza; sostituire la delega con la partecipazione diretta;
costruire forme di condivisione che evidenzino l’ipocrisia degli spot
elettorali. Una lista di donne e uomini per aprire un nuovo percorso
politico di partecipazione: sarà questa la presenza all’interno della
campagna elettorale di coloro che a Vicenza hanno scelto la
mobilitazione contro l’imposizione.

Una lista che non è un fine, bensì un mezzo: non
corriamo per conquistare il Palazzo, ma per sperimentare forme altre di
autogoverno e autogestione. In queste settimane, per descriverci il
percorso che abbiamo fatto, abbiamo usato la metafora della chiocciola:
lenti, ma sempre in movimento; riflessivi, ma con un grande bagaglio di
esperienze, sensibilità, diversità che ci portiamo sempre sulle spalle.

Abbiamo discusso in modo permanente, trovandoci la sera
e riconvocandoci il giorno successivo; abbiamo ascoltato cosa aveva da
dirci Vicenza, senza costruire eventi mediatici ma sfruttando i gazebo
della raccolta firme: perché ascoltare è diverso dal fare propaganda.
Ci siamo chiesti che significato ha la crisi della rappresentanza, come
dovrebbe comportarsi un consigliere comunale, quali contenuti dovrebbe
avere un programma.

Ne abbiamo concluso che un programma non è un testo, ma
un percorso; che la crisi della rappresentanza nasce dai processi di
delega; che un consigliere comunale dovrebbe essere al servizio di
molti e non in rappresentanza di alcuni. Abbiamo deciso di metterci in
gioco ancora una volta, dicendoci che abbiamo ancora tanto da imparare,
una lunga strada da fare. Vogliamo provare a costruire collettivamente
pratiche di gestione collettive della nostra comunità; la nostra non
sarà una lista di persone, ma un intreccio di pensieri.

Abbiamo saputo dar vita al Presidio Permanente, spazio
di diversità e confronto, ma soprattutto di partecipazione; abbiamo
dimostrato che condividere è possibile: ora portiamo la nostra sfida
nel campo di coloro che più ci sono lontani. Vogliamo mettere in
discussione il monopolio del potere decisionale fondato sulla delega:
perché partecipare non solo è democrazia, ma è anche vita.

Presidio Permanente, Vicenza, 6 marzo 2008

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6178

6178 firme sono state raccolte sabato scorso nei vari gazebi sparsi in città, ma anche in provincia. A parte il numero elevato, il dato interessante è che non sono 6178 firme generiche contro il Dal Molin, ma sono 6178 firme di condivisione di un percorso, di assunzione collettiva di responsabilità di essere colpevoli di difendere questa città. Nei vari gazebo c’era la fila per firmare, le persone venivano spontaneamente al gazebo, insomma dalla Lobbia a Bertesinella lo scenario era sempre lo stesso. 6178 raccolte in un giorno che dimostrano che non è assolutamente vero che il presidio è isolato dalla città, che è un luogo frequentato da 300 estremisti, rappresenta invece una realtà molto radicata nel territorio cittadino. Ulteriore dimostrazione che questa città la base non la vuole. La giornata di sabato è stata anche un’ottima prova di "macchina organizzativa", difficilmente a Vicenza si sono visti partiti, movimenti in grado di tenere dalla mattina al tardo pomeriggio oltre 30 gazebi contemporaneamente!

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il blog ritorna…

ci scusiamo con tutti i lettori del blog del presidio, ma a causa di qualche problema tecnico non siamo più riusciti ad aggiornarlo, ora dovrebbe essere tutto ok. Un mesetto di assenza dove siamo stati davanti al villaggio americano in oltre 300 il 26 gennaio nella giornata internazionale contro la guerra. Un periodo dove sono comincati ad arrivare i primi atti intimidatori della magistratura, a cui abbiamo risposto, non solo noi, ma la città con una bella e partecipata fiaccolata il 14 febbraio scorso. Un periodo in cui se ne è andato il Governo Prodi, e il nostro sindaco Hullweck si è dimesso, insomma siamo riusciti a resistere un minuto di più di loro. Ora per fare l’enplein bisogna resistere un minuto in più dell’idea del Dal Molin trasformato in base militare. Intanto sabato 23 febbraio in città e provincia ci saranno oltre 30 gazebi per raccogliere firme sia in solidarietà con chi ha ricevuto gli avvisi di garanzia, ma sia per rivendicare che siamo un po’ tutti colpevoli di difendere questa città.

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bonificato il parco pubblico al Dal Molin

Dopo l’occupazione della prefettura di mercoledì 16 gennaio i festeggiamenti per un anno di presidio sono continuati nel fine settimana. Intanto venerdì sera una partecipatissima cena organizzata da FornaciMordaci intitolata "Resisteremo un menu in più". Ottimo il menu che prevedeva come antipasto il Pan degli Egizi, come primo la Ribellita e come secondi fariNATO al broccolo fiolaro (per la salvaguardia del glocale), insalata di rinforzo, quattro Sarli in padella e polenta della leghista incattivita. Sabato era poi la giornata nazionale del Patto di Mutuo Soccorso in solidarietà con la Campania. Noi come presidio abbiamo organizzato un’iniziativa all’aeroporto Dal Molin con il ragionamento che il miglior modo per portar solidarietà ai campani è quello di continuare la propria nel territorio. Visto che sono riprese le bonifiche all’interno del Dal Molin, abbiamo pensato bene di andare a bonificare l’area del parco pubblico andando a levare tutto quello che aveva a che fare con il militare. In circa 200 verso le due e mezza siamo arrivati all’entrata di Viale Sant’Antonino, abbiamo accompagnato il furgone lungo la rete fino ad arrivare davanti alle piante che abbiamo piantato il 15 settembre scorso. E’ stato appeso uno striscione di nylon sulla rete, sono stati disegnati degli alberi e il portone d’ingresso del "giardino della Pace". Contemporaneamente alcuni operai dell’AltroComune hanno iniziato le operazioni di bonifica tagliando il filo spinato sopra la rete per alcuni metri. Questa ennesima azione pacifica si è svolta con uno schieramento di forze dell’ordine esagerato. All’interno del Dal Molin all’altezza della pista erano schierati i militari dell’aeronautica assieme agli idranti e reparti delle forze dell’ordine. Queste erano presenti però anche all’esterno dell’area dalla parte dell’entrata civile con tanto di mezzo blindato dei carabinieri e sia dalla parte verso il semaforo con Viale del Verme a chiuderci. Finita l’iniziativa siamo tutti tornati indietro al presidio anche  perchè alle 17 si è svolto un incontro organizzato dal gruppo donne con una filosofa. In serata a chiudere i festeggiamenti del  compleanno del presidio il concerto degli Skaartcrew.

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Occupazione della Prefettura

Abbiamo festeggiato il compleanno del presidio alla nostra maniera: andando ad occupare la Prefettura, ossia l’ufficio territoriale del Governo. Abbiamo scelto la Prefettura il 16 gennaio non a caso, ma appunto perchè un anno fa Prodi da Bucarest disse Sì al Dal Molin. Un’azione per dire che a un anno di distanza siamo ancora qua e non molliamo, nonostante Costa & Co. dicano che ci sono tutte le autorizzazioni, che il progetto va avanti. L’azione si è svolta con un blitz di una trentina di persone che è entrata tutta assieme dentro l’androne della Prefettura, poi velocemente si è diretta verso le scale, qui ha trovato un tentativo di opposizione da parte di qualche agente di polizia, ma con tranquillità e determinazione tutti sono riusciti ad incatenarsi lungo la rampa delle scale sulla ringhiera. Tutto ciò nonostante un atteggiamento un po’ provocatorio delle forze dell’ordine. La situazione si stabilizza una volta che si è tutti seduti. Il passaggio lungo le scale non viene ostruito, vengono esposte delle bandiere No dal Molin. Nel frattempo all’esterno arriva subito una cinquantina di manifestanti che si posizionano davanti al portone della Prefettura ed attacano uno striscione "Prodi stiamo arrivando". Infatti questa è l’inizio di una serie di iniziative che il presidio ha intenzione di compiere in questi mesi con la volontà di contestare i vari responsabili di questa vicenda. Arrivano i rinforzi della polizia, arriva il nuovo questore, la digos, i funzionari di piazza. Si apre un minimo di confronto, ma sembra che non ci siano molti margini: le forze dell’ordine vogliono sgomberare. Vengono tutti identificati e vengono fatti entrare i carabinieri in tenuta antisommossa da un’entrata secondaria, avviene così lo sgombero. La trentina di No Dal Molin viene fatta uscire dal portone principale. A questo punto spontaneamente di sceglie di muoversi in corteo per le vie del centro nonostante la pioggia battente. Si va verso Piazza Matteotti e si blocca Ponte degli Angeli, mandando in tilt la circolazione in un orario di punta. Dopo una mezz’oretta si scioglie il blocco, si va tutti a casa ad asciugarsi, perchè poi alla sera c’è l’appuntamento al presidio per festeggiare un anno di presidio. Sono stati proiettati i video delle iniziative di questo anno, complimenti poi a chi ha fatto il tiramisù (era buonissimo!). Poi la serata si è conclusa con il "bentornato" alle ultime componenti della delegazione delle donne vicentine in Chiapas arrivate oggi. Prodi, stiamo arrivando… noi oggi il messaggio l’abbiamo mandato e crediamo sia pure arrivato a destinazione….

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buon compleanno presidio

oggi il presidio permanente compie un anno. Sono passati 365 giorni da quando Prodi da Bucarest ha detto Sì al Dal Molin, ma soprattutto 365 giorni di presidio. Ricordo ancora la sera del 15 gennaio quando con un nebbione incredibile e senza illuminazione in un terreno che vedevamo per la prima volta abbiamo montato un tendone. Un’impresa da folli a ripensarci bene, ma ci siamo riusciti. Per non parlare poi della fiaccolata dell’indignazione la sera del 16 quando in 5000 siamo entrati dentro la stazione occupando i binari. Poi tutti in presidio per "l’inaugurazione"!! Era pieno di gente e avevamo i mezzi delle tv nazionali che ci illuminavano a giorno la zona. Le prime notti svegli attorno al fuoco in un campo di "sorgo". I vicini che ci portavano pranzi e cene gustose a suon di polenta, salsicce, pasta. Un sacco di curiosi, uno scaffale stracolmo di panettoni e pandori. Ora certamente abbiamo due tendoni, il riscaldamento, un container da dove trasmette Radio No Dal Molin, in un anno ne abbiamo fatte di tutti colori, ma quei primi giorni difficilmente verranno dimenticati.

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sabato 5 gennaio: presidio davanti alla prefettura!

SABATO 5 GENNAIO 2008
VICENZA PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA
ore 17.30 Contrà Gazzolle

CAMPANIA, EMERGENZA RIFIUTI
PRESIDIO NO DAL MOLIN SOLIDALE CON LE COMUNITA’ IN LOTTA

Da alcuni giorni i telegiornali ci raccontano dei roghi
di rifiuti nel napoletano; dimenticano di dirci il vero dramma che sta
dietro l’emergenza rifiuti della Campania: la mano della camorra che,
grazie a connivenze politiche e istituzionali, specula sui rifiuti
mettendo a rischio la salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente.

Per noi vicentini non è semplice comprendere la lotta
delle comunità che difendono la propria terra da maxidiscariche e
inceneritori; noi, abituati all’opulenza del nordest, facciamo fatica
ad immaginarci una città immersa nell’immondizia e darne una
spiegazione razionale. In questi mesi di mobilitazione No Dal Molin
abbiamo imparato a diffidare dei resoconti giornalistici e farci
raccontare le vicende da chi le ha vissute in prima persona.

Dalle realtà campane abbiamo imparato cosa vuol dire
vivere in un territorio nel quale i rifiuti diventano un business ai
danni degli abitanti. Ora sappiamo interpretare le immagini che ci
mostrano le televisioni: sappiamo che quella delle comunità del
napoletano e dell’intera Campania non è una battaglia “nimby”, come
vorrebbero rappresentarcela i fautori di maxidiscariche ed
inceneritori. Sappiamo che in gioco ci sono i beni comuni, il futuro di
tante donne e tanti uomini, la gestione collettiva delle risorse del
territorio.

Il Presidio Permanente No Dal Molin è al fianco dei
cittadini campani: siamo lontani territorialmente, ma vicini nella
determinazione ad impedire la devastazione dei nostri luoghi di vita.

Per questo daremo vita, Sabato 5 gennaio, ad
un’iniziativa pubblica davanti alla Prefettura di Vicenza;
l’appuntamento è per le ore 17.30.

Presidio Permanente, Vicenza, 3 gennaio 2008

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solidarietà alle comunità campane in lotta

in questi mesi abbiamo avuto modo di conoscere ed entrare in contatto con le comunità campane che si stanno mobilitando sulla vicenda dei rifiuti. Siamo scesi in piazza quando il presidio di Serre è stato caricato dalla polizia, eravamo presenti il 13 ottobre ad Acerra alla manifestazione nazionale contro gli inceneritori. Di conseguenza siamo vicini e seguiamo con interesse quello che sta succedendo in questi giorni a Giugliano e a Pianura in provincia di Napoli. Le comunità locali sono costrette a subire da 15 anni un’emergenza generata dalla salvaguardia degli interessi dei soliti noti e della camorra. Alti livelli di malattie e tumori, agricoltura compromessa per la complicità o il non intervento delle istituzioni politiche. Di seguito da globalproject un articolo che approfondisce gli elementi di questa vicenda.

Anche la commissione europea decide di fare un nuovo richiamo ufficiale
all’Italia per il dramma dei rifiuti in Campania. Sei mesi dopo il primo richiamo ufficiale
(all’epoca il commissario straordinario era Guido Bertolaso) la Ue
torna a chiedere all’Italia la rapida risoluzione dell’emergenza
rifiuti.
Al momento le uniche soluzioni sono , cosi’ come da 15
anni ormai, la difesa degli interessi economici di quel comitato
d’affari fatto da camorra, imprenditori e politici
che tiene in scacco la Regione Campania. La proroga di 11 mesi del
Commissariato Straordinario all’emergenza rifiuti (fino al 30 novembre
2008) e’ quanto di piu’ grottesco poteva venir fuori da questa ennesima
fase di clamore (parlare di emergenza dopo 15 anni e nessun piano
strutturale e’ ridicolo) sulla questione rifiuti in Campania. La
proroga del Commissariato straordinario rinvia per l’ennesima volta il
passaggio di poteri alle Provincie e ai Comuni, garantisce un carozzone
che ha sperperato 1 miliardo ed 800 milioni di euro in 15 anni, tra
consulenze, perizie tecniche di studi privati smentiti puntualmente
dagli enti pubblici, parcelle a sei zeri e note spesa infinite e che,
dal primo gennaio, è guidato dal neo-prefetto Cimmino.
La chiusura definitiva, il 31 dicembre scorso alle ore 18, del deposito di ecoballe di Taverna del Re a Giugliano
dopo tre mesi di lotte, cariche indiscriminate contro il Presidio
Permenente, una decina di feriti complessivamente ed una media di oltre
50 camion al giorno in quello che, a tutti gli effetti, e’ divenuto il
cimitero dell’agricoltura campana, porta ad uno scenario dove non ci
sono piu’ luoghi da avvelenare con altra monnezza indifferenziata. Ed
allora la "genialita’" del commissariato straordinario individua nella
discarica di contrada Pisani nel quartiere di Pianura a Napoli il sito
ideale per stoccare i rifiuti che provengono dai Cdr. La discarica di
Pianura ha accolto per 30 anni i rifiuti della citta’ di Napoli ed e’
stata chiusa alcuni anni fa dopo un periodo di riapertura di alcuni
mesi. Da tre giorni e’ stato installato il presidio permanente da parte
dei cittadini della zona, che hanno gia’ visto distrutta la collina dei
Pisani da decenni di sversamento della spazzatura. I Tg nazionali e la
stampa main stream ci raccontano dei roghi in fiamme la notte di San
Silvestro, dove anche un bambino avrebbe potuto immaginare che lasciare
centinaia di tonnellate di rifiuti in strada a Capodanno nella
citta’famosa per la bravura dei suoi maestri fuochisti, non sarebbe
stata cosa salutare…
Dimenticando pero’ di ricordare che i
roghi, quelli che avvengono tutti i giorni sotto i ponti delle strade
di periferia, ai bordi delle statali e della A1, quelli di rifiuti
speciali, hanno mandante ed esecutore : la camorra e lo smaltimento
illecito di rifiuti speciali da tutta Italia. Si sprecano in questi
giorni gli appelli per inviare l’esercito in Campania per massacrare le
popolazioni che difendono la loro terra da una logica di sversamento
che procede a tentoni senza nessuna strategia, ed omettono di dire che
governi ed enti locali di centro destra e centro sinistra da 15 anni
non sono stati capaci di elaborare un piano rifiuti completo che parta
dal naturale inizio della filiera del rifiuto, ovvero la raccolta
differenziata "porta a porta", per cui dal 1996 2.600 lavoratori sono
stati assunti nei consorzi di bacino e vengono pagati senza lavorare,
perche’ le istituzioni non applicano la raccolta differenziata con la
costruzione delle infrastrutture necessarie.
Chiedono l’esercito
per passare sopra le teste di chi caparbiamente si oppone alla difesa
degli interessi dei poteri forti, della Fibe di Romiti, della
Fisiaitalimpianti, delle ditte di trasporto e movimento terra legate
alla camorra, agli interessi dei politici di destra e di sinistra che
fanno affari con i rifiuti come dimostrato dalla magistratura napoletana.
Le alternative alle discariche ed agli inceneritori ci sono , ed a
chiare lettere i comitati di lotta in difesa della salute e
dell’ambiente l’hanno detto all’ex commissario Pansa nel mese di
ottobre, proponendo un piano alternativo fondato sulla differenziata
porta a porta, attraverso l’assunzione dei 3.500 disoccupati inseriti
nei percorsi di formazione e lavoro della Regione Campania, attraverso
la trasformazione degli impianti di Cdr (combustibile da rifiuto) in
impianti di trattamento a freddo
in cui trattare i rifiuti con il metodo meccanico biologico come
avviene in diverse metropoli d’occidente. La risposta e’ stata quella
della difesa degli interessi dei poteri forti.
Per questi farabutti solo fumo nero….

Global Project Napoli
 

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Buon 2008

L’Ultimo dell’anno al presidio ha visto una grossa partecipazione. La cena è andata molto bene. Il tendone era da tutto esaurito, alcune persone hanno dovuto mangiare nell’altro tendone (quello storico) adibito a discoteca. Ottime le tartine e gli spritz come antipasti, poi penne con radicchio e noci di primo. La cena è proseguita con un bell’arrosto "di Hullweck" in abbinata alla porchetta. Di contorno le immancabili lenticchie e purè. Infine dolci a volontà. Il tutto bagnato da vino rosso o bianco a scelta. Finito di mangiare, i nostri dj hanno fatto ballare tutti fin da subito in attesa della mezzanotte. Musica latinoamericana, anni ’80 ha fatto ballare grandi e piccini. A mezzanotte pioggia di spumante per tutti e poi perfino lo spettacolo pirotecnico gentilmente offerto dal presidio. Finiti i fuochi d’artificio, di nuovo tutti dentro a ballare, ma prima spazio alla lotteria, per molti truccata, visto che uscivano solo biglietti rosa o gialli e mai verdi ed azzurri. Alla fine si riprendono le danze fino all’improvviso black-out: era finito il gasolio nel generatore e nessuno si era accorto che stava finendo. I minuti al buio in attesa del rifornimento hanno un po’ svuotato la pista, c’è chi ne ha approfittato per andare a casa. Una volta tornata la luce gli irriducibili hanno continuato a ballare fino a notte inoltrata. L’appuntamento per tutti ora è domenica 6 con la Befana al presidio nel pomeriggio.

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