ci scusiamo per la pausa…

ci scusiamo con tutti i lettori di questo blog, se non è stato aggiornato la settimana scorsa e soprattutto durante la 3 giorni europea, ma veramente non c’è mai stato un attimo di respiro. I preparativi della tre giorni c’hanno fatto lavorare continuamente al presidio per rinnovarlo. Chi infatti è passato si sarà sicuramente accorto che il presidio che vedete nella foto in alto al blog non c’è più, ma si è nettamente ingrandito. Al vecchio tendone abbiamo sostituito i teli e gli abbiamo aggiunto due moduli in più, quindi ora è molto più grande, compresa la pavimentazione nuova. In più c’è il secondo tendone. Durante la tre giorni il vecchio tendone è stato usato per i dibattiti, mentre il secondo come luogo ristoro e banchetti. Quindi prima di tutto bisogna ringraziare tutte le persone che per due settimane hanno continuato a lavorare mattina, pomeriggio e sera ogni giorno per trasformare il presidio. Ricordo poi che abbiamo pure la caldaia con i tubi che sparano caldo dentro i tendoni, che tradotto vuol dire tendoni riscaldati. Venerdì sera il nuovo presidio si è riempito per il primo dibattito sulla presenza delle basi militari in Europa con delegazioni da tutta Europa. Sabato è stato il giorno del corteo. C’è stata una grandissima risposta, nonostante il silenzio mediatico caduto su Vicenza in questi giorni. Oltre 50000 persone hanno sfilato per Vicenza. Il dato rilevante è che alta è stata la componente vicentina. Lo spezzone d’apertura dietro lo striscione con le parole d’ordine "No Dal Molin" e basta ha fatto sì che moltissime persone si sciogliessero nello spezzone d’apertura e quindi c’era un’enorme testa di oltre 30000 persone. Non avevamo un corteo fatto di spezzoni identitari e rimarcati, ma 30000 persone sotto il logo No Dal Molin. Questo è il primo dato importante e fondamentale della giornata. Quindi una città che risponde ancora, che dimostra che è contraria alla base, insomma una città che condivide il nostro percorso e le nostre scelte nella lotta contro il Dal Molin. Il resto della manifestazione era caraterizzato invece dai vari spezzoni identitari delle numerose realtà italiane presenti. Un corteo che ha espresso una forte radicalità nei contenuti, attaccando sia Prodi, ma anche la nuova first lady di Bush, ossia Napolitano. Un corteo che non aveva nessunissimo bisogno di "svolte radicali", non a caso nessuno ha seguito quei pochi che pensavano che il corteo passasse per la Gendarmeria Europea. Un corteo senza leader politici a fare da prime donne, ma dove i protagonisti erano la gente comune. Un corteo che mediaticamente a livello nazionale è stato oscurato ed a livello locale invece ha subito una campagna mediatica per qualche scritta col pennarello sul teatro, peraltro cancellate da noi il giorno seguente. Una giornata importante che ha dimostrato che la vicenda dal molin non è chiusa e che si è conclusa con un happening al presidio col il concerto dell’Osteria Popolare Berica. Il giorno dopo, la domenica, il presidio è stato ulteriormente attraversato durante i vari workshop di discussione organizzati. Un cenno va fatto anche a chi ha liberato durante quei giorni una ex-caserma militare in centro città per farne un ostello.  In questo modo è stato possibile ospitare oltre 200 persone provenienti da tutta Europa e si è dimostrato come uno spazio militare convertito ad uso civile sia molto più utile.

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