Tangenziale Nord a carico dei cittadini

Nell'incredibile campagna a favore del Dal Molin in questi mesi c'hanno detto che la base porterà vantaggi economici e non, che la città verrà "risarcita" con opere infrastrutturali a carico degli americani, che non ci sarebbero stati costi per i cittadini. Infatti la tangenziale Nord, l'opera che veniva spacciata appunto come il principale vantaggio per la nuova base viene finanziata dal Governo Italiano nella prossima Finanziaria. Alla faccia dell'assenza di costi per la cittadinanza!!! 100 milioni di euro delle nostre tasse che andranno a finanziare un'opera per rendere più veloci gli spostamenti degli americani da Viale Aldo Moro al Dal Molin. Un'opera che avrà come immediata conseguenza un'enorme quantità di espropri di territori nella zona che da Anconetta va alle Maddalene. Credo che questa notizia metta bene in evidenza come in questi mesi politici vari e media locali abbiano preso in giro la cittadinanza. Noi lo dicevamo già da mesi che le basi militari più che benefici portano costi (41% delle spese della base a carico dei cittadini, rifacimento delle fognature a carico di Aim con 8 milioni di spesa), ora è chiaro per tutti. Si parla di un progetto che vedrà la costruzione di un tunnel sotterraneo a Caldogno e di 3 viadotti. Sarebbe interessante anche indagare per bene l'impatto ambientale di quest'opera. Ecco appunto come viene definita dal Giornale di Vicenza la tangenziale Nord "
È la principale compensazione che Vicenza avrà dopo il sì
alla Ederle 2. È la tangenziale nord, una strada nuova di
zecca, che fino a pochi mesi fa sembrava destinata a
rimanere relegata nel libro dei sogni e che oggi procede a
grandi falcate sospinta dal decisionismo del commissario
governativo Paolo Costa.
" Ricordiamo che questa compensazione sarà a carico nostro, mentre sulle lodi del Commissario Costa propongo un articolo del nuovo numero del Giornale Dal Molin disponibile online e in versione cartacea al presidio, pronto per essere distribuito in città.

 

COSTA BOCCIATO

Tante le ambiguità del commissario ad acta

Il commissario Costa è giunto in città da appena
un mese, ma si è già prodotto in diverse peripezie
a dir poco circensi, trascinando tra l'altro
una buona parte del mondo politico berico in
un tourbillon di dichiarazioni che, condite da
qualche elefante e qualche tigre ammaestrata,
darebbero del filo da torcere a Moira Orfei.
Mentre in città ci si interroga su chi abbia firmato
gli accordi e su dove siano i documenti, il
solerte commissario spazza via ogni dubbio e
ogni incertezza con una ricostruzione che
denota in maniera limpida, se ce ne fosse ancora
bisogno, l'impareggiabile estro del nostro
governo nell'arte del sotterfugio e dell'escamotage.
Stando alle parole di Costa, l'unico documento
ufficiale, ad oggi, è la lettera indirizzata da
Prodi all'ambasciatore Spogli, che però è un
atto politico e quindi non impugnabile. Ma
nonostante l'assenza di documenti che provino
l'accordo tra Italia e Stati Uniti, la base si fa lo
stesso perchè secondo il governo è da considerarsi
Opera di difesa nazionale. Ma di quale
nazione stiamo parlando?
Sarebbe auspicabile che invece di vaneggiare
di università e ospedali, Costa ci spiegasse in
base a quale criterio il governo ritiene la base al
Dal Molin un'opera di difesa nazionale, e che ci
facesse sapere se dobbiamo ritenerci ormai a
tutti gli effetti uno stato vassallo degli U.S.A.
Nel frattempo il Sindaco, mentre si lancia in un
ultimo “disperato assalto” per spostare la base
sul lato ovest dell'aeroporto, trova nelle dichiarazioni
di Costa la quadratura del cerchio, e
dopo aver promesso per mesi che in cambio del
si alla base gli U.S.A. avrebbero sborsato fiumi
di dollari per pagare qualsiasi opera e infrastruttura
possibile immaginabile, afferma candidamente
che i soldi per la tangenziale nord
usciranno dalle nostre tasche, perchè essendo il
Dal Molin opera di interesse nazionale e rientrando
negli scopi della Difesa, “lo Stato italiano
può assumersi oneri economici autonomamente,
senza dover per forza batter cassa dagli
Usa”.
La classica ciliegina sulla torta, già di per sé
piuttosto amara, proviene dalle mani di Costa,
che durante il suo (prevedibilmente) poco fruttuoso
incontro con alcuni comitati del No
dichiara: “Comunque nei Paesi civili non ci si
può opporre alle regole”.
Eh no, caro commissario. I paesi civili e democratici
invece sono proprio quelli in cui le regole,
quando sono sbagliate, si possono contestare
ed anche modificare; e sono quelli in cui le
regole sono chiare dal principio e valgono per
tutti, non quelli in cui si prendono decisioni e
poi si inventano le regole per giustificarle. Non
ci siamo, commissario Costa: rimandato a settembre.

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