Dal Molin e cooperative rosse

Da un nostro lettore, una riflessione che ci indica la strada da seguire… additare i complici e i responsabili dello scempio della nostra città!

Simone Sabattini per il “Corriere del Veneto”

«Sull'eventuale costruzione della base di Vicenza credo che le cooperative debbano avere gli stessi diritti delle altre aziende» . Paolo Cattabiani pesa le parole. Sa che sull'ampliamento della base americana a Dal Molin la situazione è delicata.
(Pierino il diessino – U.Pizzi)

Ma il presidente di Legacoop Emilia Romagna non esita a difendere la scelta di tre coop di costruzioni ( Ccc di Bologna, Cmc di Ravenna e Cmr di Ferrara), che hanno inviato all'esercito americano una pre-domanda per la costruzione del complesso militare, e che già si trovano ad aver a che fare con minacce di boicottaggio da parte dei comitati “no base”.

Minacce che fanno opporre al Ccc un infastidito «no comment», ma che non preoccupano Cattabiani: «Troveremo un punto d'incontro anche con queste sensibilità, ma non vedo perché un'azienda non possa concorrere alla realizzazione di un'opera autorizzata» .

Un'opinione condivisa anche dal presidente bolognese di Legacoop, Giampiero Calzolari («È un'opera come un'altra, credo che il Ccc faccia bene») , da quello di Coop Adriatica, Gilberto Coffari, e da molti presidenti delle cooperative «rosse» bolognesi, che proprio in queste settimane si trovano nel mezzo di una tornata congressuale cominciata all'insegna di una definitiva indipendenza dalla politica.
(Manifestazione a Vicenza contro la base USA – Foto da Lapresse)

«Non c'è nulla di strano», dicono quasi in coro Adolfo Soldati, Paolo Bedeschi ed Elisabetta Calari, membri del comitato direttivo della lega di Bologna. «Realizzare un'opera approvata da due governi credo dia garanzie sufficienti – aggiunge Soldati -: non c'è nulla di disdicevole» , e anche Calari osserva che «quando un'azienda opera sul mercato e tratta bandi pubblici, non possono esserci pregiudiziali di carattere etico» .

Già, l'etica. E i valori del mondo cooperativo? Anche su questo Cattabiani è sereno. «Non vedo nessuna contraddizione con i nostri principi: questa vicenda non toglie un grammo alla vocazione pacifista di Legacoop» . Ma qualche perplessità sull'opportunità di imbattersi in quella che la stessa Calari definisce una «patata bollente», in effetti, c'è. I mal di pancia sulla scelta del Ccc avevano già fatto la loro comparsa nei corridoi del congresso bolognese dello scorso 12 febbraio.

«Non conosco nel dettaglio la questione di Vicenza – dice Lucio Cavazzoni, presidente di Conapi – ma è evidente che quando alcune comunità locali esprimono forti preoccupazioni bisognerebbe muoversi coi piedi di piombo: difendere certi valori significa anche praticarli» .
E sono anche altri a condividere la necessità di un chiarimento interno alla lega sui principi ispiratori: «Non mi sento di esprimere solidarietà a una scelta che divide le coscienze – dice il presidente della coop Ex- aequo, Tullio Maccarone -, tanto più che la Lega ha più volte votato documenti per la pace» . «Non è facile coniugare etica e affari – aggiunge infine il presidente del Consorzio Cooperative Sociali, Fabrizio Pedretti -, ma certe cose non mi sembrano molto compatibili con i nostri valori: non credo che al posto di Collina (il presidente del Ccc, ndr) avrei fatto la stessa cosa» .

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ma tu guarda, non sono gli stessi che devono costruire la TAV? sono proprio ottime queste coop

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