Se il mandato di perqusizione domiciliare utilizzato ieri ai danni
di tre "tosi" del presidio fosse la trama di una spy story, ci
troveremo di fronte a un filmaccio di pessima qualità. Più che altro si
potrebbe parlare di un film comico, peccato invece che sia tutto vero.
L’assemblea straordinaria di ieri sera ha dimostrato che questa
montatura costruita ad arte non ci sta minimamente spaventando, anzi ci
ha reso ancora più determinati. Le facce altamente indignate viste ieri
sera, gli interventi di solidarietà, ma soprattutto il caldo e lungo
applauso con cui sono stati accolti i tre perquisiti valgono più di
tante parole. Questi provvedimenti hanno dato più forza e hanno
compattato ancora di più il presidio.
Quello che è successo ieri è un film già visto parecchie volte, però è
giusto raccontarlo per bene, in modo tale che chi oggi legge i giornali
o vede le tv locali non creda alle fantasie di una magistratura berica,
che si è messa a fare politica. Ricordiamo infatti che il Pm è PECORI,
il padre del candidato sindaco dell’Udc, Massimo Pecori, e che queste
perquisizioni arrivano casualmente in piena campagna elettorale, dopo
che lo stesso Pecori aveva inviato due giorni dopo la presentazione
della lista Vicenza Libera 30 denunce per l’occupazione della
Prefettura. Veniamo però ora ai fatti…
A luglio dell’anno
scorso, forse la notte tra il 4 e il 5 luglio, è avvenuto una
sottospecie di attentato all’oleodotto militare nella zona di Polegge.
Un "attentato" così pericoloso che nessuno se ne è accorto. Infatti una
ventina di giorni dopo arriva alla stampa locale un dvd con un filmato
di rivendicazione di questa azione da parte del sedicente "team
antimperialista". Quindi non si sa con precisione quando sia avvenuto
questo attentato, sempre che di attentato si possa parlare, visto che
il video mostra una specie di pentola da cui fuoriesce una fiammata.
Già questo fa pensare a una cosa buttata là per screditare e mettere
dubbi sul nostro movimento. Sembra abbastanza arduo pensare che chi
vuole fare un attentato rimane sul posto a filmare la scena, uno perchè
potrebbe rischiare di rimanere ferito e secondo, perchè di solito si
fugge via per non farsi beccare. Pare chiaro che ci troviamo di fronte
a una buffonata. Nonostante ciò partono le indagini…
Il 10
marzo da una falla dell’oleodotto militare a Cavazzale si riversano
litri su litri di cherosene nel Bacchiglione. Viene considerato il più
grande disastro ambientale mai capitato a Vicenza. Nonostante ciò,
questo incidente viene minimizzato dalle autorità e stampa locali e la
notizia scompare presto dai giornali. Nessuno prende posizioni, la
dinamica e le responsabilità non vengono chiarite. Gli americani non si
degnano neanche di chiedere scusa alla città. Gli unici che in città
portano avanti una campagna di denuncia, di informazione siamo noi del
presidio. Organizziamo gazebi in città, diamo via migliaia di volantini
sulla questione, mostriamo foto, facciamo annusare l’acqua al
cherosene, decidiamo di fare anche un esposto alla magistratura.
Il 15 marzo viene presentata pubblicamente la lista Vicenza Libera No Dal Molin, che correrà alle elezioni comunali.
Due
giorni dopo, puntuali come un orologio svizzero, arrivano 30 denunce a
carico di uomini e donne del presidio per l’occupazione della
Prefettura del 16 gennaio scorso. Non si capisce come mai in Prefettura
sono entrate 24 persone, però ne vengono denunciate 30. Anche qui i
capi d’imputazione sfiorano il ridicolo: danneggiamento aggravato,
resistenza aggravata a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico
ufficio. A firmare queste denunce ovviamente Pecori, padre di Massimo,
candidato sindaco dell’Udc. A rendere il tutto ancora più grave è che
negli atti pubblici c’è un’appunto a penna probabilmente scritto dal
procuratore capo Salvarani dove c’è scritto "FORSE E’ NECESSARIO DARE UN SEGNALE, PERCHE’ I LIMITI SONO STATI SUPERATI". Ma un magistrato non dovrebbe limitarsi ad accertare le responsabilità dei reati?
Ieri
infine le perquisizioni. Gli indizi sono assurdi. Una è sospettata
perchè ha visitato il sito del centro studi per la Pace di Trieste.
Questo è un indizio, perchè Andrea Licata, ha ricevuto il dvd di
rivendicazione. Come si fa a definire questo un indizio credibile?
Allora tutti quelli che hanno consultato il sito internet del Giornale
di Vicenza (altro destinatario del dvd) nel luglio scorso e magari è
pure contro la base allora è sospettato. Siccome la sospettata è
"fidanzata" con un videomaker, allora lui è stato l’autore del video.
Peccato che, come si legge anche dalla stampa locale di oggi, i due si
siano conosciuti a settembre, cioè due mesi dopo il presunto attentato.
Il terzo sospettato è indiziato, perchè ha fatto una telefonata la
notte del presunto attentato, rilevata dalla centralina della Strada
Pasubio, cioè ad oltre 3-4 km da dove è avvenuto il pseudo attentato.
Questo vuol dire che chiunque quella notte abbia fatto una telefonata
nel raggio di 3-4 km dalla Strada Pasubio può essere sospettato, quindi
per capirci anche se uno era in Piazza dei Signori. Ovviamente il fatto
che quest’ultimo fosse amico dei due e tutti e tre sono attivi
all’interno della lotta del presidio sono prove schiaccianti.
Il
nostro è un movimento che si è sempre caratterizzato per aver fatto
tutto alla luce del sole, mettendo in gioco le nostre facce ed
assumendoci sempre le responsabilità per le azioni che abbiamo
commesso. Per questo è un’offesa e una vergognosa provocazione. Noi
andiamo avanti e già oggi alle 17 ci troveremo tutti davanti alla
Prefettura per consegnare le oltre 6000 firme raccolte in un giorno in
solidarietà alla lotta del presidio. Un consiglio a Pecori: lascia
perdere le spy story e i thriller politici, non hai proprio la
stoffa…