una lettrice ci racconta le sue emozioni di domenica al presidio

Domenica pomeriggio al presidio c’è stato un forte momento di preghiera. Ci sono andata con mia figlia, mio marito, mia sorella e mia madre di 78 anni. E’ stato un momento intenso, vissuto e sentito fino in fondo. Abbiamo pregato con l’islam, con gli indù, con gli ebrei per la pace; abbiamo ascoltato la preghiera di speranza dei laici e cantato quella cristiana per la pace (perché non accettare costumi e tradizioni diversi dai nostri ?); abbiamo ascoltato la testimonianza di Raoul Foulerau che chiede l’equivalente in denaro di un B- 52 per vincere la lebbra nel mondo; la lotta delle popolazioni di Okinawa che non vogliono una base militare nella loro città; la testimonianza di una dipendente che lavorava in una fabbrica di mineantiuomo.
Abbiamo pregato per la pace nel mondo, per i nostri politici affinché si avvicinino ai loro cittadini, per sabato 17 che la Madonna ci protegga tutti. Come cristiana sono profondamente lacerata, come posso tendere a Messa la mano al mio vicino nel gesto di pace e poi fregarmene quando nella mia città costruiscono una base per la guerra ? non siamo noi mamme che insegniamo ai nostri figli a non rispondere alla violenza con altra violenza, ma ad usare le parole per difenderci ? la pace non è un valore da trasmettere come un testimone ai nostri figli ? Mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi perché so qual è la via, ma dov’è il mio Vescovo, e il Sindaco che dovrebbe ascoltare i suoi cittadini e non solo gli imprenditori ?
Tempo fa, ho letto la testimonianza di un ammalato di tumore che parlava della sua situazione e chiedeva a Dio perché a me ? ecco Dio ci pone questi ostacoli non per farci cadere, ma per non farci addormentare lungo il cammino.
Ringrazio i parroci e tutti i presenti perché mi sono sentita veramente compresa.

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