Eravamo tanti ieri a Roma alla convention della Cosa rossa. 4 pullman
partono nella notte alla volta di Roma dal casello di Vicenza Est.
Verso le 9.30 siamo tutti davanti all’entrata della fiera con le
bandiere No Dal Molin e le pentole. Ci disponiamo ai due lati della
scalinata per essere ben visibili ed "accogliere" con volantini della
manifestazione del 15 tutte le persone che arrivano alla fiera. In
queste due ore vanno via parecchi volantini e le persone sono
"costrette" a passare sotto la bandiera No Da Molin. Sul corridoio che
dalla scalinata porta al padiglione della convention alcune persone
formano uno striscione umano con scritto "moratoria subito!". Questo è
il senso della nostra visita a Roma, che non aveva il senso di essere
una passerella a chiedere l’elemosina, ma andare giù determinati a
spiegare alla componente "istituzionale" che dovrebbe esserci più amica
che è finito il tempo delle parole e delle promesse. Ora vogliamo i
fatti e chiarezza. Questi famosi parlamentari ci devono dire
chiaramente se sono veramente contro il Dal Molin e sono disposti a
mettere pure in crisi il governo oppure se si riempono la bocca di
pace, democrazia e partecipazione e poi obbediscono ai diktat
governativi. Noi abbiamo detto che bloccavamo i lavori e l’abbiamo
fatto attraverso i blocchi, passando le notti al freddo e mettendoci in
gioco in prima persona, è quindi è ora che i parlamentari mantengano
quello che hanno promesso: presentare la moratoria subito senza tante
raccolte firme e cose simili. Questo è lo spirito con cui siamo entrati
in massa dentro al padiglione della fiera. Un grande serpentone
rumuroso e ricco di bandiere. Al grido "vergogna", "no dal Molin"
"moratoria subito" abbiamo puntato dritti al palco e là siamo arrivati.
In poche parole abbiamo interrotto il rigido e monotono programma della
convention e ci siamo presi il diritto di intervenire non in maniera
compatibile e soft, ma, a costo di essere impopolari, di porre con
chiarezza ed onestà delle questioni ed avvisare questi parlamentari che
non basta portare una spilletta con i colori della pace per essere
contro la guerra, che ci vogliono fatti concreti, altrimenti anche loro
che sono al governo diventano complici della costruzione della base
militare americana. Ci siamo stancati dello spauracchio o del fantasma
di Berlusconi, perchè con questo stratagemma fanno passare di tutto,
vedi l’aumento delle spese militari. E’ stato emozionante vedere tutti
noi sul palco e una volta tanto invece dei funzionari e dei
professionisti della politica c’era la gente che lotta veramente nel
quotidiano. Peccato che un po’ di noi sono dovuti scendere altrimenti
"crollava il palco". I burocrati di partito avevano le facce un po’
imbarazzate, ma dalla platea arrivavano molti applausi. Finito
l’intervento di Cinzia, siamo usciti dal padiglione in corteo e dopo un
po’ siamo ripartiti coi pullman. Vergognosa poi è stata la copertura
mediatica del Corriere della Sera e di Repubblica che non hanno
pubblicato nemmeno una parola sulla nostra iniziativa. 300 persone che
irrompono durante una convention costituente di una nuova forza
politica al governo con spirito critico, ma allo stesso tempo di
apertura verso la base militante, non si vedono tutti i giorni. Questo
silenzio è un segnale evidente che l’argomento Dal Molin deve essere
nascosto, non deve emergere, che solo nominarlo crea problemi di
gestione all’interno del governo. Segnale evidente che questa vicenda
crea una grossa contraddizione e tensione dentro il Governo. Vedremo se
a Gennaio la questione Dal Molin rientrerà nella verifica di governo,
come annunciato da Rifondazione. Mentre questi stanno chiusi nelle
stanze dei palazzi lontani dalla realtà sociale, noi intanto stiamo
organizzando la tre giorni europea in vista della manifestazione di
sabato. Stiamo ultimando i lavori del nuovo presidio, se volete dare
una mano, qualcosa da fare c’è sempre…
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