“la bonifica durerĂ  9 mesi”

dal Giornale di Vicenza di venerdì:

DAL MOLIN. Il difensore
civico Pecori chiede un incontro con il prefetto per
dissipare gli allarmismi fra i residenti

Bonifica, parlano gli Usa
«L’opera durerà 9 mesi»

Prima si farà l’ispezione
dei 400 mila metri quadrati e poi toccherà ai buchi fino a
7 metri di profondità per calare le “calamite” nel
terreno

Gian Marco Mancassola

La bonifica durerà nove mesi. Lo dicono gli americani, che ieri per
la prima volta hanno riassunto le operazioni che verranno eseguite su
un’area di 400 mila metri quadrati. Il giorno dopo l’arrivo delle
ruspe, il comando Setaf ha delineato il quadro dei lavori attraverso il
responsabile per le relazioni esterne, il maggiore Ryan Dillon, che
spiega: «È tutto pronto per iniziare la bonifica dagli ordigni
inesplosi. Gli appaltatori hanno mobilizzato le loro attrezzature e
sono pronti a iniziare la rimozione. L’equipaggiamento consiste in due
ruspe con trivelle e un piccolo metal detector azionato a mano. Tutte
le operazioni sono state coordinate con le autorità governative e
militari italiane».

«La squadra, di cui fanno parte dalle 3 alle 5 persone – spiega
Dillon – ha iniziato l’ispezione per identificare le zone da
trivellare. Una volta completata l’ispezione, faranno dei buchi di 10
centimetri fino a sette metri di profondità per ottenere la
magnetolettura e poter identificare la presenza di anomalie metalliche
nel terreno. I buchi verranno fatti a distanza di 2,8 metri l’uno
dall’altro per un’area complessiva di circa 400 mila metri quadrati».

«Appena un ordigno sarà localizzato – precisa il maggiore – gli
esperti militari italiani si assumeranno la responsabilità di
assicurarsi che tutte le misure di sicurezza vengano adottate per
disinnescarlo. In questa impresa la sicurezza ha la priorità assoluta;
non soltanto la sicurezza di coloro che partecipano al progetto di
bonifica ma soprattutto della popolazione delle zone circostanti. Sono
previsti 9 mesi per portare a termine la bonifica. Potrebbe essere
richiesta un’ulteriore bonifica una volta che verrà stabilito il luogo
esatto del consolidamento della base».

I timori per quello che sta accadendo hanno indotto molti abitanti
dei quartieri vicini al Dal Molin a chiedere chiarimenti. Alcuni si
sono rivolti al difensore civico Massimo Pecori, che conferma: «C’è un
certo allarme. Il fatto è che si tratta di un’area militare, dove il
Comune non ha competenze. Per questo ho chiesto un incontro al
prefetto, perché solleciti a Roma una spiegazione dettagliata di quello
che sta avvenendo».

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