Condivisione ed efficacia… eh sì, sono queste le due caratteristiche
essenziali che per noi devono avere i blocchi dei lavori. L'abbiamo
detto ieri chiaramente ad un'affollata,ma sopratutto calda (35 gradi
all'ombra), assemblea nazionale. Un'assemblea che ha visto presenti
realtà da tutta Italia, ma anche alcune delegazioni internazionali, che
sono state invitate a stringere un patto con noi ed ad accogliere la
proposta di un campeggio nazionale qui a Vicenza nella settimana che va
tra l'8 e il 15 settembre. L'alta partecipazione ha dimostrato con i
suoi 39 interventi e le 5 ore di dibattito come la questione Dal Molin
non è assolutamente chiusa e soprattutto che è un problema sì di
Vicenza, ma che in realtà investe tutta la nazione e non nel senso che
ha ribadito Costa, ossia che la base è nell'interesse nazionale, perchè
ci serve.
Un presidio risistemato e reso accogliente, nonostante il super caldo,
ha ospitato un momento molto importante per permetterci di confrontarci
con le altre realtà che lottano per la difesa dei beni comuni e contro
la guerra in generale. L'assemblea è iniziata un po' in ritardo
rispetto alla tabella di marcia per permettere a tutte le realtà
nazionali di arrivare. Il primo intervento introduttivo è stato quello
di Cinzia, che ha incassato numerosi attestati di solidarietà per il
vigliacco episodio del proiettile della settimana scorsa. La parola poi
è passata alle delegazioni internazionali presenti. Ha parlato
Stephanie di Code Pink, poi è toccato a Chirs Capps, disertore
dell'esercito americano in Italia in questi giorni. Chris ha letto la
lettera che nei giorni scorsi è andato a leggere con il megafono fuori
dalla Caserma Ederle invitando i suoi ex-compagni a seguire il suo
esempio e a disertare. L'ultimo intervento "internazionale" è stato
fatto da parte di una ragazza equadoregna che ha portato l'esperienza
di lotta contro le basi militari americane nel suo paese. A seguire
l'intervento del gruppo donne del presidio, che ha voluto rimarcare la
necessità di non limitarsi a un No alla base ma a cominciare ad
immaginare una città diversa. Dopo questi interventi è arrivato il
momento di presentare all'assemblea la proposta del presidio per quanto
riguarda il blocco dei lavori. Dopo aver un attimo ripercorso le fasi
di questo movimento, la nostra proposta si è incentrata nel definire
che noi vogliamo bloccare questi lavori della base da subito. Lo
vogliamo fare in maniera condivisa, ossia le forme e le
pratiche devono essere condivise e soprattutto rispettate da tutti.
Abbiamo sottolineato questo punto: chi viene a Vicenza a bloccare i
lavori con noi deve farlo nel rispetto delle decisioni prese dalla
comunità locale in lotta. L'altro elemento è che i blocchi, le azioni
hanno l'obiettivo concreto di riuscire a bloccare i lavori, quindi
devono essere prima di tutto efficaci, devono riuscire ad essere il "classico granello di sabbia". Abbiamo lanciato la proposta di un campeggio nazionale
dall'8 al 15 settembre. Questo per noi è un momento importante di
dibattito, condivisione, costruzione di consenso, socialità, ma
soprattutto di inziative,azioni e blocchi. Ad agosto noi non andremo in
vacanza, saremo vigili
e pronti ad intervenire se per caso
iniziassero i lavori. L'altro elemento che abbiamo chiesto è che al
momento dell'inizio dei lavori chi può di venire a Vicenza a darci una
mano, ma soprattutto chi non può venire qui che costruisca iniziative e
mobilitazioni di sostegno e blocco nei propri territori. Questo è il
succo della nostra proposta e su questo che abbiamo chiesto di
discutere e sentire il parere delle realtà presenti. Infatti
l'assemblea si è aperta agli interventi prima delle realtà aderenti al
Patto di Mutuo Soccorso, poi a quelle contro le basi militari e poi
dopo la pausa interventi di varie realtà. I primi due interventi
riservati al Patto di Mutuo Soccorso sono stati quelli della Val di
Susa. Chiaro il messaggio proveniente dal popolo notav:" Con i
vicentini non c’è soltanto solidarietà, c’è piena condivisione". Una
frase che vale molto di più di mille parole. Poi si sono susseguiti gli
interventi dei No Mose, No Pav dalle Marche, Rifiuti Zero dalla
Campania, la rete dei comitati per la difesa dei beni comuni del Friuli
Venezia Giulia. Per le realtà contro le basi sono intervenuti Licata,
Comitato contro Camp Darby ed Aviano. Dopo la meritata e sospirata
puasa per prendere un po' di fiato e trovare un po' di fresco,
l'assemblea è ripresa con interventi di varie realtà italiane; infatti
sono intervenuti: la rete Disarmiamoli, i Cobas, l'area
dell'antagonismo sociale, il TPO di Bologna, Mondo senza guerre di
Milano, il collettivo nonviolento della bassa reggiana e poi altre
realtà locali come Rete Lilliput di Vicenza, Famiglie per la Pace di
Vicenza, il gruppo boicotaggio del presidio. C'è stato spazio poi per
un intervento contro la guerra di Arnaldo e un intervento di Turi sulla
sua vicenda processuale in olanda per aver spaccato con un martello due
F16. Hanno chiuso l'assemblea gli interventi di Turigliatto e Rossi,
proprio i due senatori "colpevoli" di aver fatto cadere il governo al
Senato sulla guerra in Afghanistan. Hanno parlato per ultimi dopo 5 ore
di dibattito sotto un tendone rovente dopo ben 37 interventi prima di
loro, è da apprezzare l'atteggiamento e l'aver dichiarato di essere "al
servizio del movimento". Finita l'assemblea è arrivato il momento della
sospirata cena e poi in serata c'è stata la proiezione del documentario
sui soldati disertori della guerra. A mezzanotte si è conclusa quindi
una lunga giornata, ricca di spunti, dove ancora una volta abbiamo
ricevuto non solo solidarietà, ma anche la disponibilità ad esserci a
Vicenza a partire dal campeggio nazionale. Una giornata resa possibile
grazie a tutti quelli che hanno lavorato in questi giorni per mettere a
nuovo il presidio, ai parcheggiatori, a chi è stato per ore al
banchetto del materiale, al bar, chi ha cucinato, chi ha ospitato le
persone da fuori. Insomma ancora una volta abbiamo dimostrato di non
essere soli e soprattutto di non esserci arresi dopo la firma di prodi.
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