Domenioca scorsa una delegazione di una cinquantina di persone si è presentata fuori dalla fiera a Verona, durante il VinItaly, per volantinare e sensibilizzare i partecipanti rispetto alla produzione che il signor Zonin ha preso rispetto alla base di Vicenza.
Non capiamo. Una persona che ama la sua terra da cui produce il vino, che vuole svenderla?
Fare pressione sulle persona affinchè si po9ngano il problema è stato il modo migliore per iniziare un boicottaggio, che è un'azione lunga e impegnativa. Il gruppo boicottaggi si trova ogni sera alle nove in presidio ed è molto attivo; lavora anche con rete lilliput e con il movimento goccie di giustizia, entrambi esperti di campagner di boicottaggio,che dev'essere un'azione diffusa il più possibile.
Il volantinaggio con sit-in è stato bello; abbiamo incrociato anche persone che si recavano in fiera in giacca e cravatta, indossando sotto la maglietta no dal molin, pronte a presentarsi al banchetto di Zonin.
Tutto questo è stato possibile anche grazie all'aiuto del centro sociale La Chimica di Verona, che da cinque anni a questa parte organizza la manifestazione Critical wine, dove produttori di vino indipendenti si danno appuntamento, per diffondere una cultura legata ai beni comuni e al biologico, una produzione di qualità che spesso al Vintaly viene sottovzlutata; anche quello del vino è un businness legato a politiche sbagliate di sfruttamento del territorio.
Questo il volantino distribuito in fiera:
BOICOTTA i prodotti della casa vinicola ZONIN
NON LO BEVIAMO ZONIN
VIA LE BASI DI GUERRA,
N O D A L M O L I N
L'imprenditore vicentino Gianni Zonin, presidente
della Banca Popolare di Vicenza e dell'azienda
vitivinicola, proprietà della sua famiglia, Casa
Vinicola Zonin spa, il 9 gennaio 2007 durante la
breve visita a Vicenza dell'ambasciatore Usa in
Italia, Roland P. Spogli -oggetto un "sopralluogo
alla base militare americana Ederle e all'aeroporto
Dal Molin”- è stato l'unico imprenditore locale ad
essere ammesso ad un colloquio privato con il
diplomatico. L'incontro è avvenuto tra l'altro non in
una sede istituzionale pubblica ma proprio presso la
sede centrale della Banca Popolare di Vicenza.
In un'intervista rilasciata il 15 gennaio al "Corriere della
sera", Gianni Zonin, dopo aver dato un forte parere
favorevole alla base USA Dal Molin, afferma:
"Vicentini oppositori? Non ne conosco. Ho parlato
con un centinaio di imprenditori. Non ce n'è uno
che sia contrario." Questo significa che per il sig.
Zonin i diritti di cittadinanza sono legati al censo delle
persone e che sul futuro della città non contano le
opinioni e i sentimenti del resto della cittadinanza "nonimprenditoriale".
Nella stessa intervista Gianni Zonin
minimizza sull'impatto ambientale dell'opera
anteponendo a questo argomento i vantaggi economici
di pochi!
BOICOTTA i vini Zonin e le altre sue etichette
(Podere il Giangio, Cà Bolani, Masseria Altemura,
Feudo Principi di Butera, Rocca di Montemassi,
Castello D’Albola, Azienda Monte Oliveto, Castello del
Poggio, Tenuta il Bosco).
La costruzione della base USA al Dal Molin e’ una scelta che va contro noi
cittadini e contro il bene della nostra citta', di sicuro comporta un costo
annuale per lo stato italiano, cioe’ per tutti noi, pari al 41% del mantenimento
della base , a cui si aggiungono tutti i costi ambientali attuali e quelli futuri per
la bonifica dell’area. (Nel 2004 lo stato italiano ha speso 360 milioni di euro per basi USA, di
cui 66 milioni per la sola Ederle)
marzo 2007 , presidio permanente contro il dal molin , associazione gocce di giustizia, rete lilliput