Resoconto fiaccolata e sciopero studentesco

Venerdì sera l'iniziativa a Schio è andata molto bene. Dopo le denunce per la presenza in consiglio comunale a Schio della settimana scorsa, la risposta del Comitato Scledense contro il Dal Molin è stata ottima. Circa 300 persone in orario di cena hanno manifestato per le vie di Schio.

Lo striscione d'apertura riportava la scritta "Nè denunce nè ruspe ci fermeranno" poi un mix di candele, fiaccole, pignatte, bandiere No Dal Molin e della pace e cori. Il corteo è partito dal piazzale della Stazione dei treni, ha attraversato il centro di Schio, passando per piazza Rossi, per piazza del Bao, concludendo in piazza Statuto davanti al Comune. Qui si sono susseguiti alcuni interventi dal megafono che hanno chiuso un'iniziativa riuscita molto bene, che ha coinvolto non solo scledensi, ma anche persone dei paesi vicini e una folta delegazione proveniente dal presidio. Folcloristica la presenza lungo il corteo di Alex, vicentino di 31 anni, protetto ogni volta da un cordone di poliziotti.

Sabato mattina è toccato agli studenti vicentini scendere in piazza nella giornata internazionale contro la guerra. Il ritrovo era in Piazza Matteotti verso le 9. In piazza non c'erano i numeri del 18 gennaio, probabilmente dovuto al fatto che la manifestazione è stata lanciata in settimana e quindi non c'è stato l'adeguato tempo per promuoverla. Comunque il corteo è partito in direzione Corso Padova per poi giungere di fronte alla Caserma Ederle. Qui gli studenti hanno inscenato un'azione molto comunicativa e ad effetto: hanno costruito un check point militare in Viale della Pace. E' stato messa una staccionata di legno avvolta nel filo spinato dalla parte del marciapiede e dei sacchi di sabbia con un cartello con scritto "Attenzione base di guerra" in mezzo alla strada lungo la linea che separa le due careggiate. A presidiare il check point due studenti vestiti da militari con due fucili ovviamente giocattolo. Le macchine che venivano da Ca' Balbi in direzione Centro erano costrette quindi a passare una volta per il checkpoint e ricevevano un volantino. La cosa è durata per una mezz'ora abbondante, riuscendo a riprodurre in modo simbolico e in maniera minore quello che quotidianamente vive la popolazione civile che è in guerra, basti pensare ai check point in Palestina o in altre zone.   

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