solidarietà con il presidio di S. Pietro di Rosà.

ecco chi succede a chi lotta. Leggetevi questa lettera che ci hanno inviato da Rosà e andate a vedere la loro storia su www.presidiospietro.org.vergognosa sentenza di ven 26 contro i proprietari del terreno del PRESIDIO di San Pietro. L’8 agosto 2002 veniva comunicato a tutte le forze dell’ordine e al comune di Rosà, l’inizio di una manifestazione poplare permanente, per contestare il PIP 49,  che sarebbe durata giorno e notte fino a data da definirsi.Era la nascita del Presidio, la nuova forma di protesta indetta dal comitato, che si avvaleva di strutture PRECARIE e TEMPORANEE per accogliere i manifestanti. Queste strutture per le loro caratteristiche e per il loro fine, non necessitavano di nessuna autorizzazione; i proprietari del terreno erano d’accordo e così nasceva il PRESIDIO DI SAN PIETRO, cioè un tendone da campeggio, una roulotte, e tanta gente che manifestava. Subito, sono iniziati i sopraluoghi del comune e le sue sporche e false comunicazioni, fino ad arrivare ad un’ordinanza di ripristino. Per salvare il terreno, per circa un mese il presidio è stato tolto, ma l’incubo di Rosà diventò poi il “Presidio Mobile”(una bella storia a parte). Il nuovo Presidio venne poi reinstallato con nuova comunicazione e tanto di  atto di comodato fra i proprietari del campo ed il comitato. In questo modo i proprietari del fondo dovrebbero essere stati sollevati da ogni responsabilità…ma così non sarà.  Da una parte della strada il presidio, e dall’altra la zincheria più grande d’Italia, che segnala subito al comune la presunta non ottemperanza del presidio al ripristino. Inizia un’altra serie schifosa di assurde comunicazioni, terminate con il sequestro del terreno senza che il proprietario sia stato avvisato. I nostri ricorsi non sono serviti a nulla. Non basta, il comune trasmette il fascicolo alla procura di Bassano che avvia subito le indagini.  Il corpo del gravissimo reato penale sta nel fatto che i “presidianti” hanno sparso dei sassolini per non impantanarsi le scarpe, e questo sarebbe causa di “modifica della destinazione d’uso del terreno”. INAUDITO !  I proprietari vengono interrogati per tre ore, e alla fine, al posto dell’archiviazione e delle scuse, vengono rinviati a giudizio !Ricordo che da una parte della strada… il presidio; dall’altra la zincheria più abusiva d’Italia, che non ha rispettato nessuna legge e dal cui pavimento sboccia una gelatina inquinante. La giustizia al servizio dei poteri forti, ha visto i sassolini del presidio e ha voltato le spalle all’ affare ecomafioso del pip 49.Ven 26 c’era l’ennesima udienza di questo vergognoso processo contro due innocenti. Eravamo in tanti, e quando quell’omino chiamato “giudice” ci ha visti, ha chiamato subito le forze dell’ordine. Si sa, le facce delle casalinghe e dei pensionati del presidio, sono “facce pericolose”. Il PM chiede un mese di carcere per entrambi, dieci mila euro di ammenda e la rimozione del presidio. La difesa del nostro avvocato è bella, appassionante, documentata con molte altre sentenze, e tecnicamente schiacciante…, alla fine un lunghissimo applauso, ma il “giudice” ha già chiuso il suo bel registro da un pezzo e si ritira in camera di consiglio. Tutto può aver fatto il giudice, tranne che pensare, tranne che ragionare, perché quando se ne esce dopo oltre due ore, allontana il microfono dalla bocca e borbotta in maniera incomprensibile il suo schifo di sentenza. Una signora gentilmente chiede di ripetere, ma “costui” gira vigliaccamente le spalle e sparisce più veloce della luce. Ecco, tutti i riguardi che la giustizia bassanese ha avuto per noi, anche in moltissimi altri casi, sono riassunti in queste righe.La sentenza assolve la moglie, ma condanna il marito a cinque giorni di carcere commutati in 200 euro, più 3000 euro di ammenda e naturalmente la rimozione del presidio. Il PM che la sentenza l’aveva ben capita, non riesce a trattenere i suoi sorrisi da bassa parte anatomica, e mostra a tutti noi la sua soddisfazione. ( Il 14 marzo ore 9,00 troverò lo stesso giudice e lo stesso PM in un processo dove sono accusato di fatti che non ho commesso) Lascio a voi ogni altro commento, ma è chiaro che il “giudice” ha ben capito, che il “tribunale” tutto ha ben capito…che tutti hanno ben capito dopo quattro anni di lotta chi siamo e cosa vogliamo, e questo non è altro che uno dei loro modi di fare repressione contro chi manifesta … e per questo ci indigna tutti. VOGLIAMO DIRVI CHE NOI NON CI STIAMO !!!CHE NOI NON MOLLIAMO !!! IL PRESIDIO NON SI TOCCA, andremo in appello, l’azione legale spetta a noi, ma la risposta popolare spero venga accolta da più gente possibile anche al di fuori, perché l’indignazione deve essere anche vostra. MANIFESTAZIONE … SEMPRE !!!                                                                                                                                        daniele del PRESIDIO                                                                                                        

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