Vicenza, 16 gennaio. zona Lobia, dopo ponte Marchese. Da oggi l'assemblea permanente ha deciso di montare un tendone permanente adiacente all'aeroporto dal Molin.
Dopo la contestazione all'ambasciatore Spogli della settimana scorsa, la vicenda Dal Molin è entrata nel vivo. Gli USa hanno dato un'ultimatum di una settimana. Entro venerdì 19 il governo Prodi deve dire un si o un no.
Già da un pò di tempo si discuteva in assemblea permanente di un presidio. Alcuni di noi erano stati in Val di Susa, sia per l'assemblea delle realtà che aderiscono al patto nazionale di mutuo soccorso (patto di solidarietà tra le comunità in lotta per la tutela dei beni comuni), sia per Capodanno. Eravamo rimasti conquistati dal carattere trasversale della lotta; dal calore e dall'amore per la propria terra che i "montagnini" ci hanno trasmesso. Avevamo pensato che anche a Vicenza si sarebbe potuto tentare. Il tendone c'era: lo metteva a disposizione radio Sherwood. Abbastanza grande e robusto per durare a lungo. Una roulotte dove dormire nelle notti di freddo pungente, c'era: l'ha messa a disposizione un signore. E' un pò vecchia, ma c'è tutto.
Mancava solo un campo da cui si vedesse l'aeroporto e da cui non fosse possibile essere sgomberati. Attraverso il Comitato di Caldogno facciamo la conoscenza di una vicina che è disponibile a darci il terreno in comodato d'uso. Non l'ho ancora conosciuta personalmente, so che è leghista, e molto incazzata per lo scempio che le vogliono costruire di fianco a casa. Il bello di questa lotta è che è veramente trasversale. Io personalmente mai mi sarei immaginata di avere a che fare così da vicino con idee a me così estranee.
La prima notte di presidio c'è solo la struttura di ferro del tendone. ha l'aria di un cantiere in costruzione. Io, Teo e Bobo siamo i tre pionieri che per primi si fermano a dormire. In roulotte fa freddo, ma parliamo a lungo. Di come ci immaginiamo i prossimi giorni, delle lotte e delle scadenza che ci saranno da fare. Di un possibile no o di un si al progetto.
La mattina mi alzo alle sette per andare a lavorare. C'è un accenno d'alba e una nebbia spessa. Mi fa sorridere pensare a noi tre disperati, dispersi nella foschia di fianco a una carcassa di ferro. Mi sento come quando sto per imboccare un sentiero che non so bene dove porta, ma ho voglia di percorrerlo.
Continue reading →