Dopo il Sì di prodi nel gennaio scorso si è formato un fronte di 170 parlamentari contro il Dal Molin pronti ad annunciare battaglia affinchè la base non venisse fatta. C’è chi è anche venuto al presidio annunciando di mettersi davanti alle ruspe. C’è chi è andato negli Stati Uniti per avere ulteriori informazioni e soprattutto c’è chi ha promesso di portare in Parlamento la richiesta di moratoria sui lavori in attesa che venisse organizzata la conferenza nazionale sulle servitù militari. Mercoledì una delegazione del presidio oltre ad altre anime del movimento vicentino contro il Dal Molin ha incontrato un gruppo di parlamentari per discutere concretamente sulla moratoria. Peccato che nessuno di questi abbia intenzione di presentarla in parlamento, ossia l’unica cosa che dovrebbero fare da parlamentari. Cosa ci stanno a fare là se non portano avanti la nostra battaglia nella loro sede di competenza? Essere i primi firmatari di una raccolta firme nazionale sulla moratoria che dobbiamo organizzare noi è semplicemente una presa in giro. E’ troppo facile scaricare sui cittadini la paura e la totale assenza di coraggio di presentare in parlamento una richiesta di moratoria. Noi il nostro impegno per bloccare la base lo mettiamo quotidianamente, è ora che anche i parlamentari che si dicono contrari si diano fare, altrimenti le loro sono solo parole parole parole….
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