In campagna elettorale l’attuale Presidente del Consiglio sosteneva di voler costruire un rapporto di
confronto con le comunità locali ed i cittadini; naturalmente non ci illudiamo, ma coerenza imporrebbe che l’incontro che abbiamo chiesto a Romano Prodi per domenica 3 giugno, in occasione della sua presenza a Trento, venga accettato senza esitazioni.
In queste settimane i tecnici del Presidio Permanente hanno studiato a fondo i progetti statunitensi; hanno creato simulazioni tridimensionali dell’impatto urbanistico e
visivo dell’installazione militare ed hanno dimostrato, progetti alla mano, quanto sarebbe devastante la realizzazione dal punto di vista ambientale, paesaggistico e per quel che riguarda il depauperamento delle risorse idriche.
Le conclusioni di questi studi saranno presentate pubblicamente durante un convegno che si terrà al Teatro Astra di Vicenza giovedì 7 giugno alle ore 20.30.
Nel frattempo vogliamo far conoscere risultati del lavoro dei nostri tecnici al Presidente del Consiglio; siamo convinti, infatti, che di fronte a questi risultati un Governo attento alla salvaguardia del territorio e della salute dei propri cittadini non potrebbe far altro che
negare il proprio assenso alla realizzazione dell’opera.
Diversamente, il Governo dimostrerebbe di anteporre alla sicurezza e alla salute dei cittadini altri ben meno nobili interessi.
Vogliamo anche ribadire al Presidente del Consiglio che, per quel che ci riguarda, la nuova base statunitense non si deve fare; inoltre, intendiamo sottoporre al Presidente del Consiglio alcune richieste che stiamo condividendo con sempre più realtà locali e nazionali: la desecretazione
degli accordi militari, il blocco di tutti i cantieri in opera presso le installazioni militari vicentine fino a quando non saranno resi noti tutti i particolari dei progetti, il rifinanziamento della legge che tutela i lavoratori e le lavoratrici delle basi militari in caso di riconversione delle stesse ad usi civili.
In attesa del riscontro del Presidente del Consiglio, noi non restiamo a guardare: ci stiamo organizzando, infatti, per essere a Trento sabato e far comunque sentire la nostra protesta e la nostra contestazione verso un Governo che fino ad ora ha totalmente disatteso gli impegni di ascoltare le comunità locali e di ridefinire le servitù militari.