Ecco il racconto degli ultimi giorni, a partire dalla giornata dell'8 marzo, di cui finora era comparso soltanto il comunicato stampa e qualche accenno… Mi sembra bello dar voce anche alle emozioni provate nella piazza, davanti al comune, quel pomeriggio. Anche perchè, ancora una volta, mi pare si sia trattato di un fenomeno nuovo per Vicenza.
Quando si erano viste centinaia di donne, veramente di tutte le età, riunirsi per celebrare la loro festa, rivisitandola però con uno spirito critico? Ci siamo trovate, a partire dalle cinque del pomeriggio, sotto il comune: alcune erano vestite di marrone, il colore della terra. Madre Terra, infatti, è una delle altre "donne" offese dai progetti di guerra che qualcuno vuole imporre a Vicenza. Oltre a canti e striscioni, la protesta voleva anche portare vasi di terra in consiglio comunale, che doveva svolgersi appunto nel pomeriggio. Un semplice simbolo, quindi, a testimoniare la contrarietà delle donne al Dal Molin. Evidentemente abbiamo fatto paura: l'amministrazione comunale ha pensato bene di portarsi i sostenitori "da casa", facendoli entrare prima, da dietro, nella sala del consiglio. Di fronte a questa presa in giro, si è deciso di restare fuori. Ancora una volta abbiamo potuto vedere dove stia la vera forza: in una giunta, una politica che teme persino di sentire voci dissenzienti o in una piazza piena, fantasiosa ed aperta al confronto?