contestata la console Graze

finalmente te gavemo becà!

Ieri pomeriggio grande fermento in centro città per l'arrivo, ovviamente segreto, della console Graze, venuta per incontrare il presidente della Bertoliana (guarda caso ha appena aperto un fondo di solidarietà per i lavoratori della Ederle…ma come privato cittadino, eh!)

Risulta infatti che gli Stati Uniti, aspettando di ricominciare i contatti ufficiali con il "nuopvo" governo, a Vicenza si fanno tranquillamente i cazzi loro.

E quindi, via con incontri privati e pranzi da compagni di merende con Sindaco, presidente della provincia,e quant'altro.

Risulta tra l'altro che l'incontro di ieri fosse stato fatto per esplicitare la volontà di creare un polo ospedaliero all'interno della Ederle.

Bene. A noi cosa serve?

Sembra una situazione tipo Taranto. La base è in piena città, in mezzo a strutture fatiscenti. Davanti a una sanità fatiscente i militari ha per loro un ospedale grande due volte quello di Vicenza.

Sono però state promesse borse di studio in collaborazione con l'università per studiare le patologie da guerra.

Qundi, si riconosce che la guerra crea patologie!

Ma torniamo alla contestazione.

Davanti a una solita scarsa preparazione degli agenti, cori, urla, fischi, finchè non ci si è fatti trascinare via.

Una bella giornata, insomma. E parecchia gente, se si pensa che in meno di un'ora sdi sono mobilitatr almeno sessanta persone.

La visita era infatti attesa per ieri, come racconta il Vicenza:

Alcune voci cittadine davano

per certa, ieri, la visita della

console americana Deborah

Graze. Al suo posto, invece, è arrivato

a Vicenza il generale David

D.McKiernan, comandante

dell’esercito statunitense in Europa.

IL MILITARE, però, si è limitato a

fare una visita all’interno della

caserma Ederle: ha svolto una

riunione con il generale Helmick,

responsabile della Ederle,

ed ha ispezionato alcune strutture.

«La visita è stata importante

», hanno dichiarato i militari

della 173° brigata, «Ha dimostrato

che la Setaf e la nostra

unità sono parte rilevante delle

forze Usa in Europa». Inoltre ieri,

in Comune, presso la Commissione

Territorio, c’è stata la

tanto attesa relazione di Claudio

Cicero sul suo operato nelle

trattative sul Dal Molin. L’asses –

sore alla Mobilità, per conto del

sindaco, aveva effettuato numerosi

viaggi a Roma per discutere

della realizzazione della nuova

base. Finora però non se ne erano

potute avere notizie certe. Ieri

sono invece emersi nuovi, interessanti

elementi, che confer-

merebbero che l’amminis trazione

comunale, e quindi

Hullweck, erano informati della

questione almeno dall’ott obre

2004. Cicero, infatti, ha fornito

nei giorni scorsi alla Commissione

la lista dei suoi viaggi,

con i giustificativi delle spese

presentati al Comune: le missioni

sarebbero numerose; la

prima risale appunto al 21 ottobre

2004. «Qui emerge la prima

menzogna del sindaco», dichiara

Franca Equizi, membro della

Commissione, «che oggi ci ha

invece consegnato una lettera

con una diversa indicazione dei

viaggi dell’assessore». Ma il

punto più clamoroso è questo:

Cicero avrebbe affermato che lo

scopo dei suoi frequenti spostamenti

era effettuare delle trattative

per convincere la controparte

americana a realizzare la

nuova base dalla parte di viale

S an t’Antonino. Inizialmente,

infatti, gli Usa avrebbero richiesto

di insediarsi sul lato di viale

Ferrarin, dove attualmente ci

sono le strutture militari italiane.

Cicero, su mandato del sindaco,

d’accordo con il presidente

della società Aeroporti Vicentini

Giuseppe Sbalchiero,

avrebbe mediato per uno spostamento

al fine di preservare

l’aeroporto civile. E possibilmente

di rilanciarlo, prevedendo

anche dei voli internazionali.

«Al sindaco, quindi, sembra

stesse più a cuore il benessere di

un aeroporto, peraltro in perdita,

rispetto a quello dei cittadini.

Appare perciò chiaro che

mentiva quando, in diverse occasioni,

ha dichiarato di non

aver saputo nulla del progetto

fino all’anno scorso. Ne era informato

dal 2004». Visti alla luce

di queste informazioni, non

sembrano molto coerenti nemmeno

le ultime proposte del primo

cittadino, che negli ultimi

giorni sembrava propendere

per la realizzazione della base

dalla parte di viale Ferrarin,

giudicandola meno invasiva.

Non era stato proprio lui a convincere

gli americani a spostarsi

dall’altro lato, modificando il

loro progetto originario?

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