40 segnalazioni per i fatti di Spogli: ma…

vorremmo sottolineare una cosa all'interno dell'articolo, che riportiamo qui di seguito:Quaranta segnalati in procura
per l’ambasciatore americano

La Digos ha individuato i responsabili della manifestazione non autorizzata

 

di Diego Neri

Il questore lo aveva promesso già quel pomeriggio. Sì, perché la manifestazione improvvisata per dire all’ambasciatore americano Ronald Spogli che «Vicenza non è una colonia dell’impero guerrafondaio a stelle e strisce» creò non pochi problemi di ordine pubblico, in quanto quella protesta non era attesa. Un mese dopo, la Digos ha presentato in procura una dettagliata relazione segnalando la posizione di 40 persone che parteciparono all’iniziativa anche se non era autorizzata. Per sette è già scattata la denuncia per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Il 9 gennaio scorso fu una delle giornate più caotiche nell’ambito delle proteste per l’allargamento della base Usa in città. Una settimana prima del Sì di Prodi dalla Romania, i comitati cittadini del No erano ancora fiduciosi in un pronunciamento diverso del governo. La visita di Spogli in città era stata tenuta sotto silenzio fino all’ultimo, ma quella mattina i comitati lessero del suo arrivo dalle colonne del nostro Giornale e si organizzarono in fretta e furia per accoglierlo con le pentole e le bandiere del No. Fra le varie tappe del breve viaggio del diplomatico scelsero il municipio per inscenare la protesta, motivata dal tentativo di chiedere un colloquio con lo statunitense.
Il problema, come sottolineò fin da subito il questore Rotondi, era che quel genere di manifestazione doveva essere preceduto da una richiesta in questura per essere autorizzata. Poiché di fatto era impossibile dare i consueti tre giorni di preavviso, sarebbe bastato avvisare quella mattina all’uscita del Gdv ma nessuno ci pensò. Con il risultato, fra l’altro, che all’arrivo dei manifestanti in piazza dei Signori e in corso Palladio le forze dell’ordine furono costrette a richiamare in fretta e furia altro personale dagli uffici.
La Digos, guidata dal vicequestore Eduardo Cuozzo, in queste settimane ha esaminato i filmati registrati dalle telecamere per identificare i partecipanti. Ne ha individuati una quarantina: fra questi anche alcuni leader dell’Assemblea permanente contro il Dal Molin, con Cinzia Bottene, Olol Jackson, Francesco Pavin e Germano Raniero. Con loro anche cittadini comuni. Sarà compito della procura ora distinguere le posizioni di coloro che sapevano di violare la legge – e cioè che quell’iniziativa non era stata autorizzata – e coloro che vennero chiamati dal tam tam di messaggini ed e-mail in centro storico in fretta e furia, e non potevano essere a conoscenza dei presupposti di legalità della protesta.
Più compromessa pare la posizione di quei pochi che ingaggiarono con i vigili urbani una colluttazione perché tentavano di entrare nell’atrio del municipio. Le versioni sono discordanti, in quanto gli agenti sostengono di essere stati spintonati e malmenati, mentre i manifestanti – che quel giorno annunciarono una querela nei confronti di alcuni vigili – precisano di essere stati aggrediti.
La Digos non ha invece riscontrato violazioni alla legge nell’azione di resistenza passiva organizzata da alcuni manifestanti che si sedettero in cerchio attorno alla macchina di Spogli non consentendole, per alcuni minuti, di spostarsi. Si tratta infatti di una forma di protesta nonviolenta.

continuiamo così!!!!!

e comunque una segnalazione non vuol dire proprio niente. son odiscorsi fatti per spaventare i più ingenui o inesperti, così come è impensabile rintracciare chi viene richiamato dal tam tam…

Sono tecniche per scoraggiare le persone e basta. Così come lo sono fermare le macchine di giovani e chiedere con tono intimidatorio se vanno al presidio o sono contro il Dal Molin.

ci vuole ben altro per spaventarci!

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