Oggi il Giornale di Vicenza parla del problema con il rinnovo del permesso di soggiorno dei civili americani alla Ederle. A parte che gli americani, circa 1350, che hanno chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno non sono clandestini, ma solo in attesa di rinnovo del permesso, la cosa sconcertante è che, siccome sono americani, vorrebbero essere trattati diversamente da tutti gli altri extracomunitari. Nell'articolo si parla di come ora i civili americani siano "costretti" a fare le stesse lunghissime e costose procedure come un qualsiasi altro immigrato.Quando a protestare sono pakistani, marocchini o senegalesi devono avere pazienza oppure come disse l'assessore Dalla Negra dovrebbero stare zitti visto che nei loro paesi hanno istituzioni inefficienti, se invece protestano gli americani bisogna subito trovare una soluzione. Perchè i civili americani dovrebbero avere un trattamento diverso rispetto agli altri? Esistono immigrati di serie A e di serie B? L'ingiustizia sarebbe che per i civili americani ci fossero procedure privilegiate come era un tempo, e non che sono trattati come tutti gli altri "extracomunitari".
Ecco il testo dell'articolo:
Legge sull’immigrazione
“Clandestini” in Italia i 1350 civili della Ederle
di Alessandro Mognon
«Cresce
continuamente il numero di americani che vive illegalmente in Italia».
E a dirlo è la rivista dell’esercito Usa “Stars and Stripes”, non
Disobbedienti, anti-Bush o No Dal Molin. Dal primo gennaio scorso
infatti in Italia, in sintonia con le norme dell’Ue, è cambiata la
legge sull’immigrazione. Anche per gli americani che sono
extracomunitari a tutti gli effetti come i ghanesi, gli ucraini e i
filippini. Un problema che riguarda non tanto i militari in servizio,
che in base alle norme della Nato sono esenti da permessi e passaporti,
ma le loro famiglie. E che in attesa di un accordo tra i due governi
rischiano di diventare clandestine.
Solo nella caserma Ederle a
Vicenza sono 860 le persone in attesa dopo aver fatto richiesta di
regolarizzare la loro posizione. Anzi, mettendoci dentro anche i figli
sotto i 14 anni che sono compresi nel permesso di soggiorno dei
genitori, in tutto sono 1350 civili. Uno dei casi più clamorosi, quello
di Vicenza: ad Aviano infatti sono più di 400, a Sigonella 200, a
Napoli 375. Tutti “irregolari” sul suolo italiano.
Un problema,
quello dei permessi di soggiorno per i civili statunitensi, che fino
all’anno scorso non esisteva: ai non-militari americani nelle basi Usa
in Italia bastava chiedere il permesso a un carabiniere o a un
poliziotto all’interno della base o fare una semplice richiesta
all’ufficio militare. Rapido e senza pagare una lira: mettevano il
permesso dentro il passaporto e andavano in giro per l’Italia o avanti
e indietro per gli States quando volevano.
Ma da sei mesi le cose
sono cambiate: mogli, mariti e figli maggiori dei soldati americani
devono ritirare il kit per la richiesta di permesso di soggiorno alle
poste, compilare le 11 pagine (tutte in italiano) più allegare tre
documenti. E pagare 30 euro di tassa, 14 di bollo e altri 27,50 euro
per il nuovo documento. Poi, come tutti gli altri extracomunitari in
Italia, devono aspettare la chiamata dell’ufficio immigrazione.
Risultato: dopo le proteste di senegalesi, tunisini, marocchini, serbi
e moldavi per le lungaggini burocratiche italiane, le code e le
complicazioni, adesso arrivano le contestazioni a stelle e strisce.
Una
bella grana, tanto che l’amministrazione Usa sta cercando di trovare
un’intesa con quella italiana per risolvere quello che per le autorità
americane è un impiccio ma per quelle italiane una formalità dovuta.
Intanto
alla Ederle (così come nelle altre strutture militari Usa in Italia)
cercano di tamponare l’emergenza. Come? Rilasciando una specie di
“permesso temporaneo” per poter viaggiare o rientrare dagli Stati Uniti
a chi non ha ancora un regolare permesso di viaggio ma è in attesa del
documento. Una trovata in perfetto stile italiano.