Il referendum è stato spostato a dopo Pasqua; nel frattempo, tre ex sindaci si dichiarano contrari al nuovo Villaggio e spiegano perchè.
Tre ex sindaci di Quinto contro il villaggio Usa |
Lettera di Bellin, Agostini e Sandini: «Stravolgerebbe la politica urbanistica portata avanti negli ultimi trent’anni» |
(r.l.) Tempo di incontri a Quinto Vicentino. Di queste ore un faccia a faccia tra sindaco e giunta con i capigruppo consiliari, mentre domani sera dovrebbe costituirsi ufficialmente il Comitato "No al Villaggio Usa", guidato dal margheritino Innocente Giaretta. In agenda, a quanto si dice, anche un faccia a faccia con le forze politiche presenti nel Comune – ovvero La Margherita e Ds da una parte, Fi, An, Udc e Lega dall'altra – e pure con Pierangelo Bellin, Carlo Agostini e Giorgio Renato Sandini, gli ultimi tre sindaci del paese, firmatari di una lettera decisa contro l'insediamento statunitense a Quintarello. Incontri propedeutici a trovare una data per un consiglio comunale annunciato sempre come imminente ma ancora rimandato (la prima data che ora viene ipotizzata da sindaco Secondo Pillan per la consultazione è quella del 15 aprile, ma non è escluso che si possa slittare anche al mese successivo. «Non abbiamo fretta – ribadisce – perché vogliamo fare le cose per bene, in modo che non vi siano contestazioni»), ma soprattutto una soluzione il più possibile condivisa su una vicenda su cui incombe sempre l'ipotesi dirompente, sotto il profilo politico, di un referendumche e che sta comunque segnando trasversalmente l'intera comunità. La riprova nella presa di posizione dei tre ex amministratori, alla guida del paese negli ultimi 30 anni: «L'iniziativa urbanistica prospettata costituirebbe una vera e propria discontinuità nei confronti delle scelte compiute dalle amministrazioni comunali succedutesi dal 1975».
Partono da lontano, dal miglioramento della viabilità interna e dalla eliminazione delle barriere che si frapponevano al collegamento con le grandi vie di comunicazione (ad esempio i passaggi a livello sulla linea Vi-Tv), ma nel ricordare queste come la premessa dello sviluppo ordinato del comune, scuotono decisamente il capo sulla nuova frazione, «che scardina dalle fondamenta un modello di sviluppo ancor oggi valido e compromette le capacità edificatorie del territorio». Nessuna nostalgia dei bei tempi andati, ma la preoccupazione per quanto potrebbe accadere nei prossimi anni, con grossi problemi di integrazione e di identità. Il tutto a pochi passi da una villa del '700 e in un ambiente esclusivamente rurale e di grande pregio paesaggistico. E sui vantaggi di cassa, il pensiero è tagliente: «Dal Dopoguerra ad oggi tutte le amministrazioni sono riusciti a reperire le risorse, anche in tempi più difficili di questi, senza introiti straordinari ma con una normale e oculata gestione del bilancio… Riteniamo che i vantaggi per il nostro Comune potrebbero essere assicurati in egual misura in tempi ragionevolmente più lunghi e nell'ambito di una adeguata programmazione». |