Il problema, cari miei, è l'impunità. Avete letto bene: l'impunità di chi sa che potrà sempre dire o fare ciò che vuole perchè tanto rimarrà impunito.
E quindi ci accusano di abuso edilizio per il presidio, dopo tutte le schifezze con cui hanno devastato il territorio; Mettono le fibre ottiche a Sant'antonino e nessuno vuol dire chi è il committente perchè c'è la privacy; i giornalisti del giornale di Vicenza entrano alla base di Arcugnano, ci trovano "solo" munizioni e quasi si prendono gioco dei visionari che sostengono che ci siano, o ci siano stati, armi nucleari. Beh, se c'erano, non ci sono piu! perchè farla tanto lunga, si chiedono i giornalisti. Eh già, perchè informare i cittadini?
La base usa è un prodotto, un'alchimia di una procura che insabbia ogni verità mista a una corruzione generalizzata.
Nel frattempo, venerdì si terrà una fiaccolata a Schio rispetto alle denuncie subite dal comitato del no al Dal Molin di Schio, per manifestazione non autorizzata. Questo per aver esposto dei cartelli; a Vicenza invece i giovani di Forza Italia entrano con simboli politici e nessuno fa notare l'accaduto; anzi oggi si è trovato anche il caprio espiatorio.
Per quel che riguarda Schio:
COMUNICATO STAMPA del comitato scledense contro il Dal Molin
9 MARZO 2007
Siamo allibiti ed indignati di fronte alle denunce scattate a causa delle nostra legittima presenza al Consiglio Comunale di Schio , la sera di lunedì 5 Marzo 2007.
Apprendiamo dal Giornale di Vicenza che l'assurda motivazione di tali denunce è “manifestazione non autorizzata”.Ci chiediamo , quindi, di quale manifestazione si tratti , dal momento che non ve n'è stata alcuna.
Nel tardo pomeriggio di lunedì,come Comitato Scledense contro il Dal Molin , ci siamo dati appuntamento davanti a Palazzo Garbin per salire tutti insieme in Consiglio Comunale. Mentre attendevamo i vari membri del Comitato , sono giunte cinque pattuglie di carabinieri , che hanno identificato tutti i presenti, giustificando il fatto come un normale controllo di routine.
Altro non poteva essere , parole dei militari,dato che non stavamo commettendo alcun reato.
Già questo fatto di per sé ci ha fatti indignare!
Le istituzioni si fanno vanto di perseguire “percorsi di partecipazione e dialogo con la
cittadinanza” , parole dell'assessore Emilia Laugelli in un' intervista pubblicata sul Giornale di Vicenza il 4 febbraio scorso. La realtà dei fatti,però, contraddice a pieno questi affermazioni.
Infatti, di fronte ad un gruppo di cittadini che desidera esercitare il diritto di partecipare ad un Consiglio Comunale per esprimere silenziosamente e pacificamente la propria opinione, si risponde con identificazioni e denunce.
Dal momento in cui non vi è stata alcuna manifestazione e la nostra presenza non ha portato alla sospensione del Consigli Comunale,poichè “non vi erano gli estremi per chiedere l'intervento dei polizia” (Antonietta Martino, presidente del consiglio comunale di Schio, giornale di Vicenza del 09/03/2007), non possiamo che concludere che questo è un palese , vergognoso e puramente folle tentativo di togliere voce ai cittadini e di intimidirli.
In considerazione anche di ciò che si è verificato ieri a Vicenza, dove non è stato permesso alle rappresentanti del No al Dal Molin di partecipare al consiglio comunale, è doveroso ed inevitabile fare una riflessione sul reale diritto del cittadino di dare il proprio contributo alla vita pubblica.
Diritto che sembra venire costantemente calpestato.
Siamo proprio sicuri che si possa ancora parlare di DEMOCRAZIA?
COMITATO SCLEDENSE CONTRO IL DAL MOLIN
Rispetto all'8 Marzo: dal giornale di Vicenza
Quei “puffi” li ho fatti entrare io» La confessione di Furlan (FI): «Dall’ingresso secondario per evitare tensioni» «Basta con le ricostruzioni fantasiose. Prendetevela pure con me» |
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Li hanno chiamati in tutti i modi i 21 giovani forzisti entrati a palazzo Trissino e in sala Bernarda giovedì scorso. L’etichetta più generosa è stata “claque” per il sindaco Enrico Hüllweck. |
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di G. M. Mancassola «Ho fatto entrare io i “puffi” a palazzo Trissino». Quella di Ivo Radivo Furlan, consigliere comunale di Forza Italia, è una confessione in piena regola, scritta e sottoscritta. «Per amor della verità», dice lui. «Per coprire le responsabilità di altri», dicono maliziosamente i più accaniti detrattori. Furlan interviene per raccontare la sua versione dei fatti che hanno originato la bagarre in Consiglio comunale di giovedì scorso. Mentre in procura e prefettura volano esposti e segnalazioni, mentre nelle caselle di posta elettronica dei consiglieri circola la bozza di una mozione di sfiducia a carico del presidente Sante Sarracco, Furlan esce allo scoperto e ricostruisce il momento dell’ingresso a palazzo Trissino dei giovani di Forza Italia vestiti con la felpa azzurra. Inutile dire che le cose non sono affatto andate così e chi c'era può testimoniarlo. Chiedete a chi del comitato del No è stato bloccato perchè si lasciavano passare solo quelli del si (e poi i giovani di Forza Italia cosa c'entrano con il comitato del Si? e accusano noi di fare ideologia!) Ma ora è colpa di Furlan; il colpevole si è trovato, la questione può essere insabbiata. Questo è il modo di lavorare del Conisglio comunale di Vicenza; e sarà sempre piu grave quando inizieranno i lavori senza nè firme nè assensi da parte di Governo e comune. Proprio un affare all'Italiana, insomma. |
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